protesta genitori disabili regione LiguriaGenova – “No ai tagli sulla salute dei bambini”. E’ la denuncia dei consiglieri del gruppo regionale del Partito Democratico contro la Delibera di Alisa accusata di “violare ogni principio di appropriatezza della cura”. Nei prossimi giorni i consiglieri regionali chiederanno l’audizione dell’assessore alla Sanità Angelo Gratarola in Commissione Salute, perché venga revocato il documento e salvaguardato il diritto alla salute.

“Il centrodestra – denunciano i consiglieri – continua a tagliare sulla Sanità: nonostante gli annunci di Toti, la realtà è ben diversa, a partire da Neuropsichiatria infantile, il caso più eclatante”.

Secondo i rappresentanti del Partito Democratico la delibera di Alisa, 278/2023, che predetermina quantitativamente e qualitativamente le prestazioni a cui ha diritto un bambino o un ragazzo con gravi disabilità neuropsichiatriche “viola ogni principio di appropriatezza della cura e contrasta non solo con la Costituzione e il diritto alla salute, ma anche con le norme del sistema sanitario che regolano le prestazioni”.

“Queste prestazioni terapeutiche – spiega il consigliere regionale del Partito Democratico Enrico Ioculano – rientrano nei Livelli essenziali di assistenza (LEA) e pertanto vanno garantiti senza tetti generici di prestazioni e di tempo. Da quando i piani riabilitativi sono elaborati in modo collettivo e non individuale? Da quando l’offerta terapeutica ignora il bisogno e l’appropriatezza? Alisa, che sulla carta dovrebbe occuparsi della salute dei suoi cittadini, impone un tetto “massimo” alle prestazioni, limitandone l’accesso solo in certe fasce di età come se nelle altre fasce il disturbo non esistesse o scomparisse e introducendo un principio che è scientificamente, clinicamente e politicamente sbagliato”.

Durante il Piano socio sanitario la Giunta ha annunciato tre milioni di euro per il recupero delle liste d’attesa di neuropsichiatria infantile e già allora i consiglieri del Partito Democratico avevano criticato e segnalato l’insensatezza della regolamentazione di questa delibera che per la sua formulazione sembra dimostrare “come il solo obiettivo di questa Giunta fosse di risparmiare risorse riducendo al minimo le prestazioni e non garantendo l’appropriatezza della cura a tutti i bambini e bambine, visto che la delibera si muove per prestazioni incasellate per fasce di età. La riabilitazione è un vero e proprio diritto che va garantito indipendentemente dall’età dell’assistito”.

“Toti, tramite ALISA – prosegue il Gruppo PD – sceglie nei fatti di tagliare le prestazioni e di porre pure le famiglie di fronte a una scelta: o accetti le prestazioni, anche se sono meno di quelle che servono, oppure ti cancelliamo dalle liste d’attesa. Un modo indecente di farle scorrere: non aumentando il personale, ma diminuendo i servizi, costringendo le famiglie a cercarsi fuori – dai privati – le prestazioni che il servizio sanitario regionale non garantisce e anche la presa in carico dopo i 14 anni e una volta diventati maggiorenni, visto che non ci sono più percorsi garantiti. Negli anni abbiamo stanziato risorse importanti per abbattere le liste d’attesa, ma la destra ha solo in testa l’idea di spingere tutti, volenti o nolenti, verso il privato. Purtroppo si comincia a tagliare dai bambini, nonostante gli annunci”.

“Per questi motivi – concludono i consiglieri – il Gruppo consiliare del Partito Democratico intende portare la delibera all’attenzione della competente Commissione chiedendo l’audizione urgente dell’assessore Gratarola e del Consiglio Regionale attraverso una mozione che impegni la Giunta ad attivarsi nei confronti di Alisa affinché venga revocata la 278/2023 e salvaguardato il diritto alla salute, aprendo un tavolo di confronto con i soggetti interessati”.

Esempi di prestazioni negate, dalla delibera di Alisa secondo la denuncia del Partito democratico:

– per i disturbi dello spettro autistico e per ipovisione di grado lievi/medio/grave, per cecità parziale e per cecità totale: nessun trattamento è previsto dopo i 14 anni;
– per funzionamento intellettivo limite: nessun trattamento è previsto prima dei 7 anni e dopo i 14 anni;
– per disabilità intellettiva e ritardo globale dello sviluppo: nessun trattamento è previsto dopo i 14 anni;
– per disturbo della coordinazione motoria: nessun trattamento è previsto
prima dei 2 anni e dopo gli 8 anni;
– per disturbo della comunicazione: nessun trattamento è previsto prima di una certa età (4, 3, 7, 6 anni) e dopo una certa età (6, 9, 10 e 12 anni);
– per disturbi sensoriali uditivi: nessun trattamento è previsto dopo gli 8 anni e per un tempo superiore a due anni

Occhi puntati anche contro la decisione, contenuta nella delibera di Alisa secondo cui “qualora la famiglia rifiuti la presa in carico riabilitativa a seguito di contatto da parte dei centri ambulatoriali riabilitativi (strutture NPIA ASL/Enti convenzionati con le AA.SS.LL.) e non vi siano motivazioni del rifiuto, con conseguente identificazione del paziente come paziente che ha rifiutato la presa in carico, il paziente uscirà quini dalla lista di attesa…”
Le “motivazioni” potrebbero essere la lontananza del centro dall’abitazione dei genitori e del bimbo ma anche il fatto che siano previsti orari per le terapie che “contrastano” con quelli degli studi (scuola) o, ancora, con altre terapie già pianificate.
Si teme infatti, come sta già accadendo, che i genitori indichino tra le “scelte” un solo istituto – in genere quello più vicino casa e con le terapie negli orari.