TechnisubGenova rischia di perdere un altro insediamento industriale e una delle grandi aziende della subacquea mondiale, la Technisub. Lo hanno scoperto a sorpresa i 45 dipendenti dell’azienda con una video call nella quale i vertici aziendali – da tempo in mano a marchi francesi – hanno annunciato la chiusura del polo produttivo a fine anno per trasferire la produzione del marchio storico della subacquea italiana in inghilterra.
Nella comunicazione i lavoratori hanno saputo che i vertici di Aqualung, che ha acquisito il marchio italiano, ha deciso di abbandonare il sito genovese e di trasferire la produzione di attrezzature per sport acquatici presso lo stabilimento inglese della controllata Apeks con il solo scopo di aumentare i profitti.
Una decisione che ha scatenato la dura reazione dei sindacati con la Fiom di Genova che ha risposto immediatamente con la dichiarazione dello stato di agitazione e 4 ore di sciopero al quale ha aderito la totalità dei lavoratori.
La Fiom non infatti dichiarato che accetterà mai la dismissione di una storica fabbrica della
città.
“Per l’ennesima volta rischiamo di perdere un importante sito produttivo e numerosi posti di lavoro – scrive la Fiom Cgil Da oggi parte una vertenza che dovrà vedere ancora una volta la città ed i lavoratori metalmeccanici uniti a difesa di una sua eccellenza industriale.

“Un’altra azienda intende lasciare il territorio genovese per portare la produzione altrove – denuncia anche la Uilm Genova – e ciò che sta accadendo oggi alla Technisub Genova, che intende portare la produzione in Inghilterra, dimostra il lato peggiore dei fondi stranieri e delle multinazionali che comprano, spremono, si appropriano delle competenze e, quando decidono di andarsene da un territorio, non si fanno scrupoli delle condizioni in cui lasciano i dipendenti e le loro famiglie” .

“Technisub è un’eccellenza riconosciuta a livello mondiale, che ha scritto pagine importanti della storia del nostro territorio con le sue attrezzature per il nuoto e la pesca subacquea – spiega Luigi Pinasco, segretario generale Uilm Genova – Comunicare con un video messaggio di pochi minuti la chiusura del sito genovese e il trasferimento di tutte le attività produttive presso l’impianto di Blackburn in Inghilterra è inaccettabile, è un comportamento che lede non solo la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, ma scalfisce l’importanza anche delle istituzioni liguri alle quali oggi chiediamo un interessamento concreto alla vicenda”.
La Uilm non intende aggiungere 45 famiglie alla lunga lista di disoccupati del territorio. “Chiediamo alle istituzioni di intervenire per arrestare questo processo negativo sul versante industriale – chiude Pinasco – La Uilm Genova sarà al fianco dei lavoratori in questa difficile vertenza”.