Genova – La relatrice speciale della Nazioni Unite sui territori palestinesi Francesca Albanese invitata a Palazzo Ducale per parlare della difficile situazione nella striscia di Gaza e delle gravi condizioni in cui vengono tenuti donne e bambini ormai da quasi 2 anni.
L’invito all’incontro organizzato da Defence for Children, Amnesty International e dall’associazione dei Giuristi Democratici sta però suscitando la dura reazione della comunità ebraica genovese e di molti dei suoi rappresentanti che, insieme, chiedono che venga “spostato” l’evento ad una data diversa da quella scelta e “divisiva” del prossimo 7 ottobre, secondo anniversario dell’attacco terroristico di Hamas ad Israele che ha causato la morte di 1200 persone e il rappimento di altre 250 e che ha scatenato l’invasione dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza e il massacro di decine di migliaia di donne e bambini al di fuori di ogni logica e tollerabilità del rispetto per i diritti umani.
Un braccio di ferro che rischia di trasformarsi in una “resa dei conti” tra gli organizzatori e chi si scaglia contro chi punta il dito sui presunti crimini contro l’umanità compiuti dall’esercito di Israele e dai membri del Governo Netanyahu (su cui pende l’accusa) e sembra non volersi schierare nella ferma condanna di massacri israeliani, la distruzione sistematica delle città che non sono obiettivi militari come di strade, ospedali, scuole e infrastrutture che nulla hanno a che vedere con le attività terroristiche.
Nessun rappresentante della Comunità ebraica e delle associazioni collegate chiede ufficialmente la cancellazione dell’evento – pur essendo evidente che gli impegni organizzativi e della stessa Albanese difficilmente modificabili a 24 ore dall’evento – ma piuttosto se ne chiede lo “spostamento” ad altra data, meno “simbolica”.
Contestata anche la partecipazione all’evento dell’Anpi che, secondo alcuni rappresentanti della comunità sarebbe “inopportuna” senza spiegare meglio la motivazione.
A suscitare particolare nervosismo la presenza della sindaca di Genova, Silvia Salis recentemente indicata come possibile nuovo volto nazionale del “campo largo” in una ipotetica discesa in campo nel caso di elezioni politiche.
Una presa di posizione della sindaca sull’argomento – secondo – alcuni, potrebbe mettere in crisi un già delicatissimo rapporto tra le ali più “estreme” del campo largo che hanno una posizione molto diversa su quanto avviene in Israele.
La sindaca non si è ancora pronunciata sull’argomento dell’incontro e potrebbe farlo nelle prossime ore.
Di certo il tam tam delle critiche e degli interventi a difesa e “contro” la relatrice Francesca Albanese, già circondata da un forte clamore mediatico, garantirà il sold out dell’evento e quindi lo scopo, quello di sollevare la questione delle atrocità commesse dall’esercito israeliano e dal suo Governo, è ottenuto. Resta da capire se, a Genova, come nel resto d’Italia, è ancora possibile la discussione o se, invece, c’è qualcuno che può dettare la linea persino agli enti pubblici per determinare chi può parlare e quando.
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