Israele non può gestire gli aiuti umanitari diretti a Gaza e non può usare la fame come arma di guerra contro i Palestinesi. E’ una sentenza pesantissima quella emessa dalla Corte Internazionale di Giustizia che ha respinto le accuse di Israele su presunti collegamenti tra l’agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso dei Rifugiati (UNRWA) e Hamas e ha rileva che Israele deve consentire alla organizzazione, che risponde al Diritto Internazionale e all’ONU di portare gli aiuti a Gaza e distribuirli secondo le sue disposizioni, senza alcuna ingerenza dell’esercito israeliano o di agenzie private appositamente create dall’occupante.
La Corte Internazionale di Giustizia (CIG) ha emesso uno storico e significativo parere consultivo che stabilisce che Israele non deve usare la fame come metodo di guerra ed ha sottolineato che, in quanto potenza occupante, Israele ha l’obbligo legale di garantire la fornitura di beni essenziali, inclusi cibo e aiuti medici, alla popolazione palestinese a Gaza e non deve ostacolare tali forniture.
La CIG proibisce esplicitamente l’uso della fame dei civili come tattica bellica ai sensi del diritto internazionale.
La sentenza ha anche respinto le accuse di Israele contro l’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei Rifugiati Palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA) e ha ribadito il dovere di Israele di permettere che gli aiuti umanitari fluiscano senza impedimenti, coordinandosi con le istituzioni delle Nazioni Unite e altre organizzazioni imparziali come il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR).
La Corte ha condannato il blocco e le restrizioni agli aiuti imposti da Israele che contribuiscono alla carestia e alla malnutrizione a Gaza, inquadrando queste azioni come violazioni delle Convenzioni di Ginevra e potenzialmente costitutive di genocidio, come evidenziato da Hamas.
Sebbene Israele abbia categoricamente respinto il parere consultivo della CIG, la decisione della Corte rappresenta una posizione legale internazionale autorevole che tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite sono tenuti a considerare, con implicazioni per gli sforzi diplomatici e umanitari internazionali.
Questo parere consultivo è giunto in risposta a una richiesta dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in un contesto di ampia preoccupazione internazionale per la crisi umanitaria a Gaza, e si basa su una vasta mole di prove esaminate durante le udienze pubbliche tenutesi all’inizio del 2025.
Il diritto internazionale imporrebbe a Israele di:
Cessare di usare la fame come metodo di guerra.
Facilitare l’ingresso di aiuti umanitari e beni essenziali per la sopravvivenza a Gaza.
Rispettare il ruolo delle Nazioni Unite e delle agenzie imparziali nella consegna degli aiuti.
Astenersi dall’applicare le proprie leggi interne che invalidano i diritti dei Palestinesi nei territori occupati.