Roma – “Ci eravamo impegnati, fin da quando ero sindaco, a regolamentare per legge l’omicidio stradale, impegno che ho ribadito anche nel discorso programmatico del febbraio 2014. Adesso il Senato ha approvato la legge. Siamo ancora in prima lettura, certo. Ma è il primo voto. Sono grato alle senatrici e ai senatori per l’impegno, ulteriore dimostrazione del fatto che le cose possono cambiare”.Con queste parole postate stasera sulla sua pagina Facebook il Premier Matteo Renzi ha annunciato ufficialmente l’approvazione da parte del Senato del disegno di legge sull’omicidio stradale con 163 sì, 2 astenuti e 65 voti contrari.
Con questo provvedimento vengono introdotti e disciplinati i reati di omicidio stradale e di lesioni personali stradali. Il provvedimento ora passa alla Camera.
Con il via libera del ddl, i pirati della strada rischieranno fino a 27 anni di carcere. E’ questa le pena massima prevista per chi guidando in stato di ebbrezza (superando certi valori del tasso alcolemico) o sotto l’effetto di droghe uccide più di una persona e si dà alla fuga. Senza fuga gli anni di carcere sono 18. Se invece la vittima è una, il colpevole rischia fino a 12 anni di carcere, che diventano 18 se fugge dalla scena dell’omicidio. Per quanto riguarda la patente, in caso di omicidio stradale, il ddl prevede una sospensione che può arrivare fino a 30 anni.
“Siamo spesso capaci di indignarci quando arrivano notizie di incidenti stradali gravissimi – scrive ancora enzi su Facebook – Ma poi, passato il clamore mediatico, tutto torna come prima e le famiglie delle vittime uniscono al dolore per la morte dei propri cari la beffa di una giustizia ingiusta. E un pensiero, stasera, va a Lorenzo che non ha fatto in tempo a festeggiare i suoi 18 anni – prosegue Renzi – Alla sua straordinaria famiglia. Ai suoi amici che continuano a credere in questa battaglia per onorare la memoria. E a tutte le famiglie delle vittime degli incidenti stradali che ho incontrato in questi mesi. Adesso avanti tutta – conclude il Premier – Se ci crediamo davvero, l’Italia può diventare un Paese migliore”.