Genova – Una manifestazione sulla spiaggia, con barche in mare e bagnanti sul bagnasciuga, per dire no a qualunque ipotesi di allungamento del Porto Vte verso ponente e per difendere le spiagge del quartiere, sempre più degradate.
Una assemblea fiume, quella di ieri sera, in via Buffa, a Voltri, per mobilitare le associazioni e i comitati del ponente genovese. Pur limitata ai soli rappresentanti di associazioni, circoli e comitati, la riunione ha visto la partecipazione di un numero enorme di persone.
Voltresi ma anche Praini e abitanti di Pegli, tutti uniti nel dire no al progetto che prevede la costruzione di un nuovo lotto del Termina VTE e la definitiva morte delle spiagge di Voltri, le ultime ormai rimaste al limitare della città dopo la maxi colata di cemento che ha soffocato per sempre la storia marinara di Prà e di Palmaro.
La manifestazione si terrà sabato 2 agosto quando i voltresi, le associazioni del territorio, i comitati del ponente e tutti coloro che utilizzano le spiagge di Voltri, si riuniranno, ancora per questa volta “pacificamente” per contarsi e per una prima dimostrazione di “muscoli”.
L’appello è chiaro: sabato 2 agosto tutti al mare a Voltri. Con le barche, con i gommoni, con i surf ma anche come semplici bagnanti, in costume e ciabatte, per appropriarsi dell’arenile e lanciare un chiaro messaggio a chi pensa che sarà possibile allungare il porto verso ponente senza che la popolazione si sollevi con una rabbia tale da creare moltissimi problemi.
“Ci prendono per il naso – sbottano alcuni tra i Voltresi più coinvolti – Li vediamo alle riunioni che fanno i pompieri ma poi, nel chiuso di certe sedi di partito, complottano e certamente non sono con il popolo. Ma se pensano che Voltri rinuncerà alle sue spiagge senza combattere avranno delle belle sorprese”.
Il passa parola per la manifestazione del 2 agosto è all’insegna della protesta pacifica ma se “le buone” non basteranno, già si pensa a blocchi autostradali, a marce sul Municipio e sul Comune e al blocco fisico delle attività del VTE con cortei e picchetti ai varchi portuali. Una vera e propria rivolta che certamente avrebbe conseguenze pesantissime anche alle prossime elezioni amministrative.
“Parlano con lingua biforcuta – spiegano ancora a Voltri – e abitano altrove. Del quartiere non gli interessa nulla e lo dimostra il semplice fatto che le numerose interpellanze restano “lettera morta”. Pensano di poter decidere come hanno fatto per decenni, sulle spalle dei cittadini, ma questa volta ci rimetteranno i denti”.
Parole di fuoco, persino esagerate, ma che ben spiegano il clima rovente che da qualche settimana si respira a Voltri. Il progetto per l’allungamento della diga e il documento che prova che il VTE è tra le mete delle tonnellate di smarino, hanno riacceso il fuoco della protesta.
In aiuto dei Voltresi scenderanno anche i vicini di Prà e Palmaro e persino molte associazioni di Pegli hanno già stretto alleanze di ferro con gli omologhi voltresi. Il mare non si tocca, le spiagge devono restare patrimonio collettivo e chi cercherà di modificare la situazione si farà carico di una sollevazione di piazza.
“Il 2 agosto si vedrà l’ala conciliante – spiegano i Voltresi più arrabbiati – quella che crede ancora che sia possibile dire “no” semplicemente con la normale dialettica. Ma poi, quando sarà chiaro che è un “muro contro muro” subentreremo noi e ci sarà da divertirsi. Sarà guerra senza quartiere e non ci arrenderemo nemmeno se porteranno l’esercito a Voltri. Lo sappiano i signori dei circoli di partito. La gente non ha più l’anello al naso”.
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