Imperia – Nessuna richiesta di stanza singola per la donna musulmana che ha partorito all’ospedale imperiese. A voler svelare la “bufala” e a chiedere che venga fatta chiarezza sulla vicenda è lo stesso uomo che, secondo le cronache riportate in questi giorni, avrebbe chiesto una stanza singola per la moglie per evitare che altri uomini la vedessero mentre era ricoverata per il parto.
A raccontare la vicenda e a pretendere la “rettifica” e’ Murat Kirik, 29 anni, da 25 residente a Imperia dove ha studiato e dove è iscritto all’albo dei geometri.
Ha saputo della vicenda dai giornali ed ha deciso di rispondere per le rime a chi ha sfruttato la sua vicenda personale per costruire l’ennesima notizia in chiave scandalistica ed anti immigrati.
Molto probabilmente la storia finirà in Tribunale perchè Kirik non ci sta a passare per un musulmano estremista che non vuole che altri uomini vedano la moglie.
Il giovane racconta una storia diametralmente opposta e che vede lui e la moglie in grande difficoltà proprio perchè la donna resta da sola nella stanza per molte ore. L’uomo lavora in francia, ad Antibes e ogni giorno parte alle 5 del mattino e rientra per le 18. Un duro lavoro conquistato a fatica in Francia e che non può rischiare di perdere perchè da esso dipende tutta la nuova famiglia.
Murat avrebbe anzi voluto che la moglie fosse ricoverata in una stanza con altre donne e non avrebbe avuto alcun problema se, a far visita alle altre neo mamme, fossero venuti altri uomini.
Anzi, al quotidiano on line Imperiapost, Murat spiega che le altre persone avrebbero potuto far compagnia alla moglie e potevano aiutarla in caso di bisogno mentre lui era lontano per lavorare.
La vicenda, quindi, sembra addirittura ribaltarsi, con la camera singola affidata alla famiglia musulmana forse per un eccesso di “riguardo”. Di certo, assicura il diretto interessato, non è stata fatta alcuna richiesta specifica.
La famiglia è perfettamente integrata in Italia, dove Kirik vive e lavora da 25 dei suoi 29 anni. Difficile pensare ad una “radicalizzazione” tale da indurlo a comportamenti contrari al comune sentire di qualunque italiano.
E proprio per questo l’uomo ha deciso di farsi avanti e di capire chi e perchè ha costruito una “bufala” ad uso e consumo di chi vuole dipingere lo straniero come fonte di problemi e di fastidi.
Sarà molto probabilmente un tribunale a stabilire se vi siano stati degli illeciti e chi abbia diffuso la ricostruzione inventata della vicenda.