marassi strade bloccate stadioGenova – E’ giusto bloccare le strade del quartiere di Marassi alle 10 del mattino per la partita che si gioca allo stadio Luigi Ferraris alle 21?
Se lo domandano i residenti del quartiere di Marassi, alle prese con i consueti disagi causati dalla servitù imposta da un calendario sportivo sempre più frammentato e insostenibile.
Nella mattinata di ieri, intorno alle 10, risultavano già chiusi tratti di strada che normalmente sono aperti. Le enormi cancellate metalliche che “blindano” una vasta zona del quartiere, imprigionando i cittadini e limitando i loro spostamenti in barba a qualunque norma e logica, erano già chiuse e impedivano il passaggio alle auto e alle persone a quasi 12 ore prima della partita che sarebbe stata giocata alle 21.
Molte le proteste e le segnalazioni e desolanti le risposte ricevute: le prescrizioni erano note.

Resta la rabbia e l’indignazione di chi, per consentire il divertimento di una parte minoritaria della città, deve subire i disagi della servitù dello stadio che gravano sul quartiere.
I residenti sono costretti a spostare l’auto per liberare le zone “di sicurezza”, spesso i disabili che vivono nel quartiere trovano i posteggi riservati ingombri della auto che a fiumi arrivano nel quartiere e occupano ogni spazio libero, anche in barba alle più elementari regole del codice della strada, e trovano le vie chiuse o con la circolazione modificata ore ed ore prima e dopo gli incontri.

Proteste anche per la scena del pullman della squadra ospite (il Torino) che è stato scortato a sirene spiegate dall’uscita del casello autostradale di Genova Est sino allo stadio da autoblindo delle forze dell’ordine.

Provvedimento reso necessario perché la viabilità era in tilt per via del restringimento della carreggiata di corso De Stefanis sempre per “motivi sportivi”.
Alle proteste per i blocchi stradali e per il disturbo alla quiete pubblica si unisce quello per il continuo imbrattamento di muri, scalinate e arredi vari con i colori delle squadre locali.
Il fenomeno, ormai incontrollato, permette addirittura la permanenza di scritte che inneggiano a gruppi di persone colpite da provvedimenti restrittivi per via del loro comportamento incivile.

(foto dal gruppo Facebook Sei di Marassi se)