Genova – Le voci si fanno ogni giorno più insistenti e dopo il monastero della Madonna del Monte ora si parla della possibile chiusura del convento di San Barnaba il più antico convento cappuccino in Liguria.
Spese sempre più alte e continua crisi vocazionale potrebbero infliggere un colpo mortale al convento che sorge sulle alture di Oregina dal 1538 – la presenza di comunità religiose risale al 1244 almeno – e la sua permanenza sembra ormai giunta agli sgoccioli.
Le voci – al momento non confermate – lo sussurrano preoccupate da mesi e dopo la chiusura choc del monastero della Madonna del Monte, sopra San Fruttuoso il timore è che anche la struttura religiosa di San Barnaba possa cadere sotto i colpi della modernità. Il numero sempre più ridotto di religiosi e le enormi spese di sostentamento della struttura potrebbero aver convinto chi può prendere queste decisioni a “gettare la spugna” e arrendersi dopo quasi 500 anni di storia della presenza dei cappuccini nel convento.
Come recita il sito del convento, infatti: risale infatti al 16 maggio 1538 l’atto con cui il Magistrato di Pammatone diede in uso l’ex monastero delle monache Cistercensi ai Cappuccini chiamati a prestare assistenza spirituale agli infermi presso il grande ospedale di Genova.
Rispetto alla Provincia dei Frati Minori Cappuccini di Genova è cronologicamente il secondo, il primo convento fu infatti quello di Pavia, del 1537. Fu per vari periodi sede della Curia provinciale e per molto tempo sede di Noviziato. Nel sec. XVII furono realizzati interventi di ampliamento e ristrutturazione con l’importante concorso economico di Vittoria Spinola Cattaneo e di Laura Moneglia. Nel 1810 il convento fu soppresso e venne nuovamente riaperto solamente il 1° gennaio 1818. Nel 1825 vi intraprese il noviziato S. Francesco Maria da Camporosso, detto “Padre Santo”, a cui la Provincia è intitolata. A seguito della legge di soppressione del 1866, la presidenza dell’Ospedale di Pammatone rivendicò la proprietà del convento che vendette poi ai Cappuccini. Il Noviziato, che era stato trasferito a Mentone nel 1868, vi fece ritorno nel 1880 e vi rimase sino al 1978. Attualmente il convento è sede di fraternità e dell’accoglienza vocazionale.
Nella struttura sono numerose le attività e gli eventi organizzati e la popolazione è molto legata a quello che non è solo un simbolo religioso e per questo è molto difficile trovare conferme (o smentite) alle notizie che si rincorrono da qualche tempo nella zona.
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