Roberta RepettoGenova – Torna nel vivo il processo per la morte di Roberta Repetto, la ragazza deceduta per un brutto tumore dopo un intervento di asportazione di un neo effettuato su un tavolo del centro Anidra di Borzonasca. Sul banco degli imputati torna Paolo Badinelli, il “santone” del centro e Paolo Oneda il medico della struttura.
Per loro il pm ha chiesto in Appello la condanna a 16 e 14 anni di reclusione per aver operato la ragazza senza poi seguirla con la dovuta attenzione nonostante il neo fosse in realtà un tumore maligno alla pelle.
Roberta Repetto, secondo l’accusa, venne “curata” con meditazioni, digiuni ed estratti di erbe invece che con i farmaci oncologici che avrebbero potuto salvarle la vita.
Per l’accusa si è trattato in tutto e per tutto di un omicidio volontario perché gli imputati non potevano non conoscere la gravità della situazione e l’inadeguatezza delle cure.