Genova – Ha percorso ben 8 chilometri di Autostrada A12 Genova Livorno, tra i caselli di Nervi e di Genova Est, contromano.
Un motociclista di 47 anni ha rischiato grosso, questa mattina, verso le otto e mezza, entrando con la sua moto al casello A12 di Nervi per dirigersi, contromano, verso Genova.
Una pattuglia della Polizia Stradale lo ha fermato all’altezza del casello di Genova Est ovvero dopo circa 8 chilometri.
G.P. è da tempo in cura a causa dei suoi problemi psichiatrici, abita con l’anziana madre e possiede tuttora una motocicletta e la patente per guidarla.
Sono circa le otto quando, seguendo chissà quale istinto o bisogno, l’uomo alla guida del suo bolide a due ruote entra in autostrada al casello A12 di Nervi. Dopo pochi metri percorsi sulla rampa di accesso il conducente commette un gravissimo errore: sterza a sinistra e così facendo imbocca, contromano, lo svincolo utilizzato dai veicoli provenienti da Genova e diretti a Nervi.
Tenendo la destra ma in realtà circolando sulla corsia di sorpasso, inizia a macinare chilometri tra il traffico, fortunatamente non intenso, che a quell’ora va verso il levante.
Molti automobilisti, increduli, lo incontrano e tentano di segnalargli che sta viaggiando nella carreggiata sbagliata ma il motociclista non accenna a ravvedersi o perlomeno ad accostare.
Moltissime telefonate ai centralini della polizia mettono in allarme la Polizia Stradale e scatta subito l’emergenza.
Raggiunto il casello successivo, Genova Est appunto, gli agenti rallentano e fermano il traffico.
Funziona: il motociclista vede di fronte un muro invalicabile di veicoli e la Polizia Stradale che gli intima l’Alt.
Appena fermato gli agenti si accorgono subito che la persona ha dei problemi mentali: prima li abbraccia, poi reagisce male, infine cerca di salire sul cofano della macchina di servizio mentre viene chiamata un’ambulanza per ricoverarlo in ospedale nel reparto di psichiatria.
La patente viene immediatamente ritirata e sospesa, la potente moto sequestrata.
La madre, una volta in ospedale, rivela tra le lacrime di aver intimato più volte al figlio di prendere le medicine prescritte da un medico che lo ha in cura ma inutilmente.
L’uomo continuava a viaggiare in moto e a non curarsi. Una condotta che poteva avere ben altre conseguenze.