Roma – Dal prossimo 2 gennaio chi butta il mozzicone di sigaretta per terra rischierà una multa tra i 30 e i 300 euro. La misura è compresa tra i 79 articoli del Ddl sulla Green economy, entrato in vigore con la pubblicazione in gazzetta ufficiale, lo scorso 16 gennaio.
L’articolo 40 del Ddl prevede che ogni Comune deve provvedere a installare raccoglitori per le cicche “nelle strade, nei parchi e negli altri luoghi di aggregazione sociale”, mentre al Ministero dell’Ambiente spetterà il compito di sensibilizzare la cittadinanza sugli effetti dannosi per l’ambiente delle “cicche”. Effetti non trascurabili. Secondo uno studio di Enea e Ausl di Bologna, i 13 milioni di fumatori italiani rilasciano ogni anno sul nostro suolo 324 tonnellate di nicotina, 1872 di becquerel (unità di misura delle sostanze radioattive), 210 di polonio, 21,6 di gas tossici, 1440 di catrame e condensato e 12240 di acetato di cellulosa. La stima si basa sul numero medio di sigarette fumato quotidianamente da un fumatore italiano: 15. Le “cicche” hanno effetti negativi anche sulla salute dei nostri mari. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Enap), costituiscono infatti il 40% dei rifiuti scaricati annualmente nel Mediterraneo.
Prevenzione e sanzione, dunque. Gli incassi delle multe andranno per il 50% ai comuni, per il restante 50% a un apposito fondo che finanzierà le attività di sensibilizzazione sul tema. C’è anche chi pensa al potenziale di riciclo dei mozziconi. Il ricercatore Enea Ciro Lombardi propone di usare i mozziconi come biomassa per ricavare calore ed energia. L’acetato di cellulosa di cui sono composte può inoltre essere usato per la costruzione di pannelli termo-assorbenti per l’edilizia. In Cina, infine, dove si consuma un terzo delle sigarette mondiali, uno studio ha proposto di usare un mix di sostanze presenti nei mozziconi come antiruggine.