Genova – Costringere le Radio a trasmettere almeno il 33% di canzoni italiane durante la normale programmazione. E’ la proposta di legge che sta facendo tremare le emittenti private italiane che, in blocco, rifiutano da sempre questa imposizione che è già in vigore nella vicina Francia e che non avrebbe sortito alcun effetto positivo sull’economia del settore.
La proposta di legge è stata presentata oggi a margine del Festival della Canzone Italiana a Sanremo e sta suscitando una rovente polemica con prese di posizione pro e contro il progetto.
In pratica, su 100 canzoni trasmesse in Radio, con la nuova legge le emittenti sarebbero costrette a trasmetterne almeno 33 scegliendole tra la produzione italiana e almeno il 10 per cento di nuovi autori o esordienti.
Una formula che certamente promuoverebbe le emittenti che già oggi fanno della musica italiana una propria bandiera ma che creerebbe enormi problemi alle emittenti che fanno una programmazione internazionale.
Gli editori della radiofonia italiana sono già sul sentiero di guerra e se accetterebbero un incentivo volontario alla trasmissione della musica italiana, difficilmente accetterebbero una imposizione che modificherebbe in modo sostanziale la normale programmazione musicale.
I proponenti intendono rafforzare la presenza di musica italiana in Radio riservando una “quota obbligatoria” nelle emittenti. Un provvedimento che porterebbe denaro nella casse dell case di produzione e, marginalmente, in quelle degli autori.