Genova – Il Comune ritira il patrocinio ad una iniziativa contro l’omofobia a 48 ore dall’evento e il Municipio Medio Ponente “si ribella” e mantiene il patrocinio annunciando una partecipazione “di protesta” contro la civica amministrazione all’evento.

Giunge a meno di 48 ore dalla “Colorata Jam” l’iniziativa in difesa dei diritti e contro ogni forma di discriminazione sessuale e omofoba, la decisione del Comune di Genova di revocare il patrocinio concesso dalla Giunta del Municipio VI Medio Ponente.
L’iniziativa organizzata dal coordinamento Liguria Rainbow ha ricevuto comunicazione della revoca amministrativa della concessione di patrocinio municipale per l’evento che si svolgerà domani, venerdì 31 maggio, nel territorio del Medio Ponente e scoppia la polemica.

“Ci risiamo – denuncia il gruppo del Partito Democratico al Comune di Genova – Dopo la diffida inviata al Municipio VII Ponente da parte della Direzione Generale Comunale, ora tocca al Municipio Medio Ponente. Già nel 2018 il Comune di Genova non volle concedere il patrocinio al Liguria Pride, pertanto quest’anno gli organizzatori non lo hanno richiesto. Alcune associazioni dei territori hanno però organizzato varie iniziative chiedendo e ottenendo i patrocini dei Municipi interessati”.

“In una società dove la libera espressione personale, i diritti individuali, il rispetto dei singoli, la democrazia sono valori imprescindibili e non discutibili – prosegue la nota del Partito Democratico – tale posizione assunta non può che trovare la nostra più ferma condanna. Troviamo sconcertante il modo con cui la struttura comunale applica i regolamenti, strumentalizzandoli in maniera discutibile e superficiale, a discapito di associazioni che portano avanti valori evidentemente lontani dal credo della Giunta Comunale, ma perfettamente aderenti allo spirito e alla sostanza della nostra Costituzione”.

In segno di protesta e di sfida al Comune, il Pd ha deciso di presenziare all’iniziativa di domani, e il Municipio ha scelto di mantenere il patrocinio nonostante le possibili “ritorsioni” che il Comune può attuare contro la “ribellione”.