Genova – Oltre 80mila genovesi a rischio per gli effetti della crisi climatica e la richiesta urgente, al Governo Meloni, per una concreta pianificazione per far fronte all’emergenza.
Legambiente torna a denunciare la grave situazione determinata dalla crisi climatica che accelera sempre di più la sua corsa insieme agli eventi estremi che stanno avendo impatti sempre maggiori sui Paesi di tutto il mondo, a partire dall’Italia.
I dati sono quelli contenuti nel nuovo report “Il clima è già cambiato” dell’Osservatorio CittàClima 2022 realizzato da Legambiente.
A livello nazionale, su 1.503 fenomeni estremi ben 529 sono stati casi di allagamenti da piogge intense come evento principale, e che diventano 768 se si considerano gli effetti collaterali di altri eventi estremi, quali grandinate ed esondazioni; 531 i casi di stop alle infrastrutture con 89 giorni di blocco di metropolitane e treni urbani, 387 eventi con danni causati da trombe d’aria. Ad andare in sofferenza sono soprattutto le grandi città.
Per quanto riguarda Genova dal 2010 sono stati registrati 25 eventi, di cui 7 tra alluvioni ed allagamenti da piogge intense e 6 danni da trombe d’aria. Aumentano in città le notti tropicali.
«L’impatto al suolo dei cambiamenti climatici è sempre più evidente – commenta Santo Grammatico, Presidente di Legambiente Liguria – e nella nostra regione si sono verificati preoccupanti record, negli ultimi anni. Dobbiamo parlare di emergenza climatica per i nostri territori, dalla costa all’entroterra e passare ad una programmazione che sappia prevenire gli eventi catastrofici. Genova ha numeri preoccupanti per le persone esposte al rischio frana e alluvione e, per quanto l’amministrazione locale si sia dotata di uno strumento potenzialmente efficace per l’adattamento al cambiamento climatico, con strategie e linee guida, vediamo ancora troppa timidezza e incoerenza nelle azioni che dovrebbero rendere la città più sicura e proiettata verso la diminuzione delle emissioni clima alteranti».
Nella sola città di Genova si trovano 30.000 abitanti esposti al rischio frana e 80.000 a rischio alluvione e i record sono quelli del 4 ottobre 2021 di Rossiglione, dove si è verificato il record europeo di sempre con 740,6 mm di pioggia caduti in dodici ore e l’altro, poche ore prima era stato stabilito a Cairo Montenotte, con il record italiano di 495 mm, in 6 ore.
Con Deliberazione della Giunta Comunale del 06/05/2021 la città di Genova si è dotata di uno strumento di pianificazione con una visione al 2050: l’Action Plan Genova 2050. Lo strumento comprende azioni concrete sulla sostenibilità ambientale, l’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici.
«A Genova le azioni di adattamento si concentreranno sulla Valpolcevera – commenta il Presidente di Legambiente Liguria – o si affidano ad opere come lo scolmatore del Bisagno, su cui abbiamo dubbi rispetto alla funzionalità, alla efficacia e ai costi di manutenzione dell’opera. Nel documento Action Plan Genova 2050 non sono evidenziate politiche di delocalizzazione delle infrastrutture e della popolazione dalle zone più pericolose della città e l’orizzonte degli obiettivi al 2050 è troppo lontano. Le infrastrutture verdi, come le alberature, dovrebbero irrompere in città recuperando spazio pubblico sulle strade, aumentando le piantumazioni per diminuire le ondate di calore, diminuendo la presenza di autovetture e moto che sacrificano spazio cittadino, migliorando il trasporto pubblico locale».
A preoccupare Legambiente, infatti, sono anche i tassi di mortalità, correlati alle ondate di calore, che sono sempre più elevati.
L’ondata di calore che ha impattato più duramente quest’anno, è stata quella della seconda metà di luglio, con un aumento di mortalità che ha raggiunto il 36% in tutte le aree del Paese, ma in particolare in alcune città del nord. Tra le città maggiormente colpite Torino che ha visto un eccesso di mortalità pari a +70%, a cui segue Campobasso (con +69%), poi Bari (+60%), Bolzano (+59%), Milano e Genova (+49%).
Solamente per il mese di luglio le morti in eccesso dovute al caldo estremo sono state 733 in tutta Italia.
Il valore medio della temperatura nelle aree urbane è tra gli indicatori più importanti per valutare i cambiamenti climatici in corso.
I dati Istat, riferiti al 2020, sulle anomalie di temperature in 24 città italiane e sul numero di notti tropicali, confermano ancora una volta la tendenza al riscaldamento in tutte le aree urbane prese in considerazione.
I dati per la città di Genova non tranquillizzano, la temperatura media registrata è aumentata di 0,92 °C rispetto alla temperatura media del periodo 1971-2000 e le notti con temperature tropicali, cioè quando le temperature notturne non scendono sotto i 20°C, aumentano di 26 notti rispetto al periodo 1971-2000. Quasi un mese in più di notti tropicali a Genova.
«Purtroppo – conclude Grammatico – anche i dati che raccoglie e propone il rapporto CittàClima confermano la tropicalizzazione della nostra città».