cinghiale mirino cacciaBorzonasca (Genova) – Una battuta di caccia al cinghiale a ridosso dei confini del Parco dell’Aveto per “contenere” la diffusione della peste suina. Sta scatenando il tam tam del mondo ambientalista e le perplessità di chi sostiene che le battute di caccia siano invece pericolose per la diffusione della malattia, il messaggio apparso sul sito del Parco Naturale Regionale dell’Aveto in cui si “avvisa” della possibilità di battute a ridosso del territorio protetto, con possibili “sconfinamenti”.
Le “azioni di depopolamento”, come vengono definite le uccisioni di animali liberi, sarebbero state autorizzate per contenere la diffusione della peste suina africana che da mesi si sta allargando sul territorio ligure e piemontese nonostante i molti interventi realizzati.
Sabato 28 ottobre, quindi, nella zona adiacente alla Foresta del Monte Penna, sulla strada delle Giardie e fino al Bosco Fontana, “con possibile ingresso in foresta e in area Parco” verrà eseguita la battuta di abbattimento cinghiali.
Nella comunicazione si legge che “come previsto dalle Ordinanze del Commissario Straordinario per la Peste Suina Africana, anche nei Parchi (nazionali e regionali) e nelle Aree protette potranno essere effettuate azioni per il depopolamento del cinghiale, urgenti e necessarie per contenere la diffusione del virus della PSA”.
Azioni contestate dal mondo ambientalista poiché la caccia favorirebbe invece la dispersione sul territorio di branchi normalmente molto compatti e stanziali, con il rischio che esemplari malati o infetti possano “scappare” allontanandosi e finendo con estendere l’area di infezione ma, soprattutto, perché la dispersione o, peggio, l’abbattimento di femmine adulte “dominanti” farebbe scattare l’estro di esemplari giovani e che non si riprodurrebbero normalmente, contribuendo all’aumento della popolazione di cinghiali invece di contenerla.
La “protesta” riguarda anche la sicurezza di escursionisti e appassionati di passeggiate nella Natura che potrebbero finire nel “raggio di azione” dei fucili. Motivo per cui, l’ente Parco, raccomanda “a tutti i fruitori del Parco, per la propria sicurezza e per non vanificare le azioni di contenimento programmate, di evitare l’accesso nelle aree segnalate, modificando eventuali programmi di escursioni o di raccolta funghi, riprogrammandoli semplicemente, e in piena serenità e sicurezza, in altre aree del Parco”.
Il tam tam ambientalista sui social potrebbe trasformarsi in una protesta con azioni di “disturbo” proprio sul posto e nelle ore indicate per la battuta di caccia.