Genova e Napoli le città italiane dove è più difficile trovare una Tabaccheria dove è possibile pagare con carte bancomat ed effettuare in genere pagamenti elettronici. E’ il risultato dell’inchiesta di Altroconsumo che ha coinvolto 100 tabaccherie di 10 città italiane (Milano, Padova, Roma, Bari, Cagliari, Napoli, Bologna, Palermo, Torino e Genova) e che ha messo in luce la difficoltà di pagare gli acquisti con la carta: è emerso infatti che comprare una marca da bollo da 2 euro con la carta di credito o il bancomat è stato impossibile in circa la metà dei casi. A Milano un tabaccaio ha addirittura chiesto una commissione per pagare con carta.
Tra le città considerate dall’indagine di Altroconsumo, Genova e Napoli sono risultate le peggiori, in quanto solo due tabaccai su dieci hanno accettato il pagamento con carta, mentre Bologna e Padova sono state elette le migliori perché in otto casi su dieci si è riuscito a pagare con carta. Anche Palermo si è distinta in positivo con sei sì su otto.

Nel 34% dei casi i tabaccai che hanno rifiutato il pagamento digitale hanno dichiarato che i valori bollati si possono pagare solo in contanti. Tuttavia, dal 26 giugno scorso è entrato in vigore l’obbligo di accettare i pagamenti elettronici per i valori bollati (come, ad esempio, la marca da bollo per il passaporto), quelli postali e i generi di monopolio, come le sigarette. Inoltre, dal 2014 è in vigore l’obbligo per i negozianti di accettare i pagamenti digitali per qualsiasi importo. Il 12% dei tabaccai che ha detto no alla richiesta di pagare con carta ha dichiarato che le commissioni bancarie sono troppo alte per una transazione di 2 euro. Infine, a Milano un tabaccaio ha fatto pagare con la carta a fronte di una commissione di 20 centesimi, pratica ovviamente illegale.

La norma che obbliga esercenti e professionisti ad accettare i pagamenti digitali per tutti gli scontrini è in vigore in Italia da quasi dieci anni ormai, ma si tratta di un obbligo che di fatto non è mai stato messo in pratica, dato che le relative sanzioni non sono mai arrivate. Infatti, solo dal 30 giugno 2022 chi non accetta un pagamento digitale di qualsiasi importo è passibile di una sanzione amministrativa pari a 30 euro, a cui va aggiunta una percentuale pari al 4% del valore del pagamento rifiutato. È anche importante sottolineare che le commissioni di incasso devono essere sostenibili anche per le piccole attività: spesso, infatti, i commercianti sono costretti a pagare commissioni di incasso salate sui piccoli importi agli enti emittenti.

Sarebbe auspicabile arrivare a un consistente abbassamento, se non un azzeramento, delle commissioni Pos per i pagamenti fino a 30 euro, che costituiscono la maggior parte di quelli effettuati dalle persone nella quotidianità e possono, quindi, consentire di far fare un balzo in avanti all’adozione dei pagamenti digitali.