Sciami di api che si posano sui poggioli, nei giardini e persino su auto e moto e decine di chiamate ai centralini dei vigili del fuoco che, però, non possono intervenire. Con l’arrivo del caldo e delle fioriture abbondanti è partita – in anticipo rispetto agli anni scorsi – la stagione della sciamatura delle api, il fenomeno con cui, in Natura, si diffondono nel territorio gli insetti impollinatori che l’uomo alleva da migliaia di anni per il prezioso e buonissimo miele.
Nelle ultime settimane il numero degli appelli lanciati un pò in tutti i modi è aumentato vertiginosamente ed è bene spiegare che non c’è nessuna emergenza api ma, soprattutto, nessuna vera “anomalia” perché si tratta di una normale attività delle api che si ripete da milioni di anni e che, si spera, proseguirà così nei secoli a venire.
La scena che si ripete in questi giorni è più o meno questa: si apre una finestra o si esce in giardino e ci si trova avvolti da una nuvola di api o si assiste da lontano al fenomeno. Dopo qualche minuto la “nuvola” si posa in un punto qualsiasi e si forma una “palla” di api, il cosiddetto sciame.
E’ bene precisare che quelle api, se non infastidite, difficilmente possono essere pericolose e di solito non attaccano l’uomo e che è rigorosamente proibito ucciderle perché sono un bene prezioso per la Natura, possono essere di proprietà di qualcuno ed occorrerebbe poi risarcire il proprietario ed infine – ma non meno importante – sono una specie protetta.
Da loro dipende il 70% della produzione di cibo presente sulla nostra tavola e se dovessero scomparire di certo ci troveremmo in guai seri.
Per questo, fobie e allergie a parte, non ci si deve far prendere dal panico e, piuttosto, bisogna intervenire velocemente.
Si possono chiamare le associazioni degli Apicoltori o chi le difende o, alla disperata, si può chiedere aiuto ai vigili del fuoco che, a loro volta, inoltreranno la chiamata a quei gruppi di apicoltori volontari che mettono a disposizione il loro tempo – gratuitamente – per il recupero degli sciami se questi non si sono insediati all’interno di muri o canne fumarie o laddove, per recuperarle, è necessario l’intervento sulle murature o per smontare e rimontare elementi dell’edilizia. In questo caso è bene contrattare il costo dell’operazione e, magari, richiedere diversi preventivi.
In Liguria si può contattare:
AlpaMiele, associazione di apicoltori – numero telefonico 349 8302954 – pagina Facebook
ApiLiguria – associazione apicoltori – pagina Facebook
Vigili del Fuoco – numero telefonico 115
Amici delle Api – Liguria
Anche per questo motivo è fondamentale agire in fretta e quando si vede uno sciame posato da qualche parte, è bene chiamare subito.
Lo sciame, infatti, è composto da una Regina e dalle operaie che la seguono. Non stanno andando a “fare un giro” ma stanno cercando un luogo adatto a fondare una nuova colonia, per farla breve: cercano casa.
E’ chiaro che se vengono prelevate mentre riposano su un albero, su una pianta o su una moto, è più difficile che entrino nel cassone delle tapparelle – dove sarà più difficile catturarle – o che scoprano un varco in una intercapedine o nel tubo di scarico in facciata di una calderina e che pensino che sia un buon posto dove costruire casa.
Se questo avviene, lo sciame si considera “insediato” e recuperarlo può avere un costo e certamente sarà più complessa l’operazione di recupero.
Ma perché avviene la sciamatura?
Ogni anno, all’interno dell’alveare, la casa delle api, se non si interviene con tecniche apistiche, nasce una nuova Regina e la vecchia, quando capisce che la giovane sta per venire alla luce, abbandona la sua casa in compagnia di un certo numero di fedelissime.
Queste, prima di decollare per l’avventura, si riempiono la pancia di miele come se facessero scorta. Per questo motivo lo sciame, in genere, non compie lunghi viaggi rispetto al luogo di origine e le api che lo compongono sono “appesantite” e difficilmente pungono.
Questo non significa che siano “indifese” ma, piuttosto, che se non vengono disturbate o minacciate, non attaccano.
Questo fenomeno riguarda la quasi totalità delle colonie “selvatiche” e di quelle che hanno trovato un posto sicuro lo scorso anno o che “sfuggono” agli stessi apicoltori, il cui numero fortunatamente cresce di anno in anno.
Come interviene l’apicoltore?
Quando fate una chiamata ai Vigili del Fuoco, o ad una delle associazioni degli apicoltori, la vostra segnalazione viene inserita in un “gruppo” composto da apicoltori che mettono a disposizione il loro tempo, le loro strumentazioni e chiaramente le proprie conoscenze, per soccorrere e recuperare gli sciami.
Le api verranno prelevate e inserite in un “portasciami” e trasferite in un luogo sicuro.
In genere in un Apiario, ovvero il luogo dove l’apicoltore tiene le sue api, dentro le arnie che sono le casette in legno in cui l’uomo ha deciso di allevare i preziosi insetti.
Gli apicoltori raccolgono lo sciame in modo gratuito e volontario e, per questo, andrebbero quantomeno ringraziati visto che spesso, per recuperare uno sciame, perdono tempo e operano in condizioni non sempre agevoli.
Diversamente, poiché i Vigili del Fuoco non intervengono più per questo genere di chiamate, ed è vietata (e sanzionato) l’uccisione delle api, si dovrebbero chiamare ditte private con costi commisurati al tempo impiegato e comunque non gratis.
Discorso diverso, si diceva, laddove lo sciame si è insediato all’interno di un muro o di una canna fumaria o, ancora, all’interno di un’intercapedine.
Se ne hanno il tempo le api costruiscono un alveare con la cera e lo riempiono di miele e di uova e l’apicoltore dovrà far rompere la muratura per accedere alle api e rimuovere gli insetti e il miele che imbratta ogni cosa.
In questo caso l’intervento può essere oneroso, ovvero prevedere un costo.
In questi casi conviene sempre stabilire con le persone che intervengono il costo facendosi predisporre un vero e proprio preventivo.
E’ consigliabile consultare più di un professionista poiché i prezzi possono variare molto e l’intervento può arrivare a somme piuttosto consistenti.