Genova – “Le indagini sulla presunta corruzione in Liguria mettono in evidenza una stretta connessione tra le illegalità contestate e i danni all’ambiente”. E’ la denuncia di Legambiente che così commenta gli sviluppi delle indagini su presunto giro di mazzette e favori ma, al contempo, un “appetito” sempre crescente per grandi opere e maxi progetti.
“In questo modello di sviluppo – denuncia Legambiente Liguria – l’ambiente è evidentemente considerato un bene sacrificabile sull’altare dell’efficientismo e del denaro che deve girare”.
Secondo l’associazione di tutela dell’ambiente, nonostante la modifica costituzionale, votata da tutti i partiti, per cui l’iniziativa economica privata trova un limite nella tutela dell’ambiente, “l’idea che viene fuori da questa logica di (sotto)sviluppo è quella che pur di far girare il denaro si possano bypassare le regole poste a tutela dell’ambiente e della legalità. Di fatto si dimostra che il modello Genova, reso necessario dall’urgenza nella ricostruzione del Ponte Morandi, è diventato un modello Liguria in cui tutte le opere vengono deregolamentate, in cui i controlli sono un fastidio che disturbano il manovratore.”
“In questo contesto – prosegue Legambiente – che il denaro giri legalmente o illegalmente è quasi irrilevante, è un di più rispetto ad un modello di (sotto)sviluppo inaccettabile e dannoso per la nostra Regione. Per questa ragione proponiamo di fare un passo indietro e ripensare al mito dell’efficientismo senza regole per andare verso un modello di sviluppo che metta al centro l’ambiente, la partecipazione dei cittadini, il rispetto del territorio e della legalità”.
“In questa indagine – prosegue ancora Legambiente – vediamo coinvolte molte vicende sulle quali siamo impegnati: dalla Palmaria, dove non è stato tutelato il bene parco naturale, alla diga del Porto di Genova, progetto mastodontico ed impattante, passando per la battaglia a favore delle spiagge libere, che sono un bene scarso in Regione. Per questo chiediamo un serio ripensamento su tutte queste opere, un coinvolgimento ed una partecipazione dei cittadini che consenta quel controllo sociale che è il primo e miglior metodo per fermare l’illegalità”.