Seduta solenne consiglio regione Liguria giorno de ricordo 2025Genova – Seduta solenne, questa mattina, in Consiglio regionale, per ricordare le stragi delle Foibe e la cacciata di migliaia di italiani dalla Jugoslavia di Tito. La Regione Liguria ha celebrato il Giorno del Ricordo, istituito per la memoria degli eccidi avvenuti dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale ad opera dei miliziani jugoslavi.
Una giornata in memoria degli italiani di Istria, Dalmazia e Fiume che furono perseguitati e uccisi.
I lavori sono stati aperti dal presidente del Consiglio regionale Stefano Balleari, che ha rivolto i saluti di tutta l’Assemblea legislativa alle autorità presenti e ha invitato l’Assemblea a osservare un minuto di silenzio in ricordo delle vittime.
E’ seguita l’orazione ufficiale di Davide Rossi, docente di Storia del diritto al corso di laurea in Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Trieste e Presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli Fiumani, Istriani e Dalmati.
Il saluto del Presidente del Consiglio Regionale Stefano Balleari
«La ferocia che si scatenò contro gli italiani in quelle zone per mano dei partigiani comunisti di Tito a partire dall’autunno del 1943 – ha avvertito il presidente Stefano Balleari – non potrà mai essere derubricata sotto la voce di atti, comunque ignobili, di vendetta o giustizia sommaria contro i “fascisti occupanti”. Le sparizioni nelle foibe o dopo l’internamento nei campi di prigionia, le uccisioni, le torture commesse contro gli italiani in quelle zone, infatti, colpirono funzionari e militari, sacerdoti, intellettuali, impiegati e semplici cittadini che non avevano nulla da spartire con il Fascismo. Persone la cui unica colpa era quella di essere italiani, di battersi o anche soltanto di aspirare a un futuro di democrazia e di libertà per loro e per i loro figli, di ostacolare l’annessione di quei territori sotto la dittatura comunista». Il presidente ha ricostruito il drammatico contesto storico di quegli eventi ricordando, fra i tanti episodi, la feroce esecuzione di Norma Cossetto, la studentessa istriana arrestata, seviziata dai partigiani comunisti di Tito e gettata ancora viva in una foiba nell’ottobre del 1943 e l’esodo di oltre 350 mila Giuliano Dalmati. «Il percorso di riconoscimento di quanto è stato – ha spiegato il presidente – emerse dopo troppi anni di silenzio. Ci volle il crollo del muro di Berlino e la fine del comunismo per iniziare a scavare nel solco della verità. Le Istituzioni, dunque, diedero finalmente la giusta valenza storica di quegli eventi, ed anche la nostra Regione, grazie al lavoro dell’Assemblea Legislativa della Liguria, divenne parte integrante di questa grande opera di riconoscimento, istituendo la Seduta Solenne che si realizza con la congiunta opera di studio e approfondimento dei ragazzi delle scuole spronando le nuove generazioni a non dimenticare e ad aprire le proprie coscienze». Il presidente Stefano Balleari ha concluso: «Da uomini delle Istituzioni abbiamo il dovere di preservare questi valori, affrontando i temi della Storia come monito per il futuro e le nuove generazioni. Io, ricordo perché ciò che è stato non si ripeta; io, ricordo per onorare i morti, gli esuli, per far luce sulle cause che portarono a tanta disperazione e per tramandare ai posteri il significato dell’amor di Patria e dell’accoglienza, dimostrata da chi, diversamente da coloro che vollero discriminare, seppe aprire le proprie porte e continuare a far sentire italiani chi, sulla carta, non lo era più».
L’orazione ufficiale dello storico Davide Rossi
Lo storico ha ricostruito le tappe storiche fondamentali che spiegano la persecuzione di cui furono vittime migliaia di italiani alla fine della Seconda Guerra Mondiale perché «per ricordare il passato, occorre conoscerlo e le vicende del confine orientale sono molto complesse e poco conosciute». Rossi ha precisato che gli eventi fondamentali partono dalla Prima Guerra mondiale, considerata «il completamento del percorso risorgimentale» mentre con la «Seconda Guerra Mondiale si assiste ad una vera e propria torsione» in quanto le mire espansionistiche, sia territoriali che ideologiche di Tito, ebbero buon gioco in una Italia che usciva sconfitta dalla guerra e di fronte alle spaccature anche fra gli alleati: Tito ha il solo scopo di creare la repubblica democratica socialista con l’intento di ideologizzare in modo socialista i popoli fino al fiume Tagliamento. Quello che accade in quelle aree è diverso dalla liberazione che avviene in altre parti dell’Italia e sarà condizionato da politiche estere e da ciò che decidono le grandi potenze». Secondo Davide Rossi, dunque, quella contro gli italiani fu una «pulizia ideologica e non etnica». Dopo aver ripercorso le tappe che vanno dalle prime elezioni libere in Italia, da cui furono esclusi i 17 candidati di quelle terre, fino al Trattato di pace di Parigi del 10 febbraio 1947 quando, esclusa Trieste, venne sancito il passaggio alla repubblica jugoslava delle altre regioni fino al trattato di Osimo del 1975, che cristallizzò quanto deciso nel Trattato di pace di Parigi segnando il destino di Istria e Dalmazia. Lo storico ha aggiunto che, con l’ingresso nell’Unione europea della Slovenia prima e della Croazia poi, la situazione è cambiata: «Oggi viviamo in un contesto europeo completamente diverso, la moneta è una unica e il confine è stato tolto e nel 2019 .è stata ribadito l’importanza della memoria per il futuro dell’Europa che ha parificato nazismo e stalinismo all’interno dei regimi totalitari in considerazione dei paesi dell’est che avevano vissuto i regimi totalitari stalinisti e, in questo modo, si va a completare un percorso». Davide Rossi ha concluso l’intervento citando il presidente della Repubblica nel 2024 quando invitò a fare di quegli eventi un patrimonio comune nel ricordo e nel rispetto dei valori della democrazia e della pace.
La premiazione degli studenti
Nella seconda parte della seduta si è svolta la premiazione degli studenti che hanno vinto la XXIII edizione del concorso del Consiglio regionale “Il sacrificio degli italiani della Venezia Giulia e Dalmazia: mantenere la memoria, rispettare la verità, impegnarsi per garantire i diritti dei popoli”, rivolto agli studenti degli istituti superiori della Liguria.
Gli studenti vincitori sono19: 10 studenti frequentano istituti di Chiavari, 4 frequentano istituti di Genova e Città Metropolitana, 3 di Imperia e 2 di Savona.
Il concorso rientra fra le iniziative promosse dalla legge regionale n. 29 del 24 dicembre 2004 “Attività della Regione Liguria per l’affermazione dei valori della Memoria del Martirio e dell’Esodo dei Giuliano Dalmati”.
I vincitori del concorso parteciperanno fra il 31 marzo e il 4 aprile nei luoghi che furono teatro della persecuzione.

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