Non tutti sanno che i “funerali” non sono l’unica forma di sfottò che tifosi genoani e sampdoriani si sono “scambiati” nelle alterne vicende societarie e sportive.
Uno dei più celebri è avvenuto nel 1983, al Derby della Lanterna e protagonista fu uno scimpanzé che Claudio Bosotin, colonna storica del tifo blucerchiato, riuscì a far entrare allo stadio Ferraris di Marassi con uno stratagemma rimasto storico e facendogli fare la passerella sotto la gradinata con addosso la maglia del numero 10 del Genova, l’attaccante brasiliano Eloi.
La foto della scimmia con la maglia del Genoa ancora circola, copia delle copie, tra i tifosi più vintage ma spesso viene ricordata come un reperto dei tempi in cui gli scherzi erano pane quotidiano delle tifoserie.
Bosotin stava percorrendo in vespa corso Italia quando vide il circo Medrano che allestiva il tendone in piazzale Kennedy e rimase fulminato da una idea.
Si fermò nel piazzale e chiese di parlare con il direttore del circo e poi con il domatore-addestratore delle scimmie.
Gli chiese di poter avere in prestito uno degli scimpanzé “per una manifestazione sportiva” e alle perplessità dell’addestratore non esitò a sfilarsi una grossa catena d’oro che portava al collo, a consegnare le chiavi dell’auto a garanzia e promettere una cifra di tutto rispetto – si parla di circa 2 milioni e mezzo di lire dell’epoca – per l’affitto dell’animale per una giornata.
Nella testa di Bosotin prendeva forma uno degli scherzi più memorabili della storia degli sfottò tra Blucerchiati e Rossoblù.
Il Genoa aveva appena preso il giocatore brasiliano Eloi e la domenica successiva si giocava il Derby della Lanterna, il momento nel quale gli sforzi per inventare scherzi e prese ingiro raggiungeva il picco massimo.
Il giorno del Derby Bosotin si presenta allo stadio con lo scimpanzè, prelevato poche ore prima al Circo con un taxi, e con la fidanzata dell’epoca.
Alla scimmia viene fatta indossare la maglia del giocatore brasiliano Eloi con il numero 10 e l’animale viene accompagnato all’ingresso tenuto “per mano” dalla coppia.
Bosotin ricordava, raccontando l’aneddoto, che venne fermato da un carabiniere che si era parato davanti chiarendo che, nello stadio, non sono ammessi animali.
Bosotin si fece scuro in volto e rispose che quello non era un animale ma era il figlio e aggiungendo la celebre battuta: “se lei li fa meglio, mi faccia sapere come si fa” e poi riprese a camminare mentre il militare restava sbigottito e probabilmente perplesso sul da farsi.
Con la complicità di una persona che poteva consentire l’accesso al campo in erba, Bosotin passeggiò a lungo davanti alla Gradinata Sud scatenando risate e cori e la scena venne ripresa in video dalle Tv e fotografata dai fotografi sportivi.
Uno scherzo rimasto nella storia degli sfottò e che ancora oggi racconta di quello spirito, oggi non più neppure ipotizzabile per leggi e regolamenti, che caratterizzava il rapporto tra Tifosi.