Genova – Verrà fatto nell’udienza del 18 dicembre, a Palazzo di Giustizia, il nome della persona, nota in città e “amico di famiglia” accusato di aver abusato della consigliera comunale Francesca Ghio quando era minorenne. L’occasione sarà quella della discussione della richiesta di opposizione, presentata dalla consigliera, all’archiviazione del suo caso perché trascorso troppo tempo tra i fatti e la denuncia. Circostanze che la consigliera comunale giudica ingiuste considerato il lungo percorso psicologico e di dolore che una persona deve compiere per scegliere consapevolmente di voler andare sino in fondo ad una vicenda dolorosa e che espone al giudizio delle persone e spesso finisce con il trasformarsi in una ulteriore fonte di dolore per la vittima delle violenza, chiamata a rivivere momenti che si vorrrebbero dimenticare.
Era stata la stessa Ghio a denunciare pubblicamente, nel corso di un consiglio comunale, quanto le era accaduto quando era poco più di una bambina. Una rivelazione choc che ha colpito in modo indelebile la Sala Rossa del Comune, dove il tema della violenza sessuale e contro le donne è stato spesso trattato e discusso ma sempre in via “indiretta”.
La denuncia ha sollevato un polverone mediatico arrivando alla ribalta nazionale suscitando anche la “curiosità” sul nome dell’aggressore che sarebbe un volto noto in città e persona che godeva della stima e piena fiducia dei familiari della vittima come purtroppo spesso accade in gran parte delle violenze su minori.
Ma poi le indagini si erano concluse con una richiesta di archiviazione perchè, per la legge italiana, c’è un limite temporale di 12 mesi per presentare denuncia per la violenza subita. Un termine che, perà, non vale se la vittima è minorenne come per il caso in questione.
Ora la questione verrà discussa in aula, al Tribunale di Genova, e il nome del presunto violentatore verrà fatto davanti al giudice che dovrà valutare se accogliere la richiesta di archiviazione, motivata dalla prescrizione del reato, o se accogliere la tesi secondo cui la decisione di denunciare è maturata nel tempo e comunque le violenze sono iniziate quando la donna aveveva appena 12 anni ed era quindi minorenne.

























