Pistoia – E’ stato condannato all’ergastolo, ma la Corte d’Assise di Firenze ha escluso l’aggravante della premeditazione, pertanto non sarà arrestato. Luigi Orefice, unico imputato per l’omicidio del fratello Rosario, scomparso il 30 aprile 2010 e i cui resti, parzialmente sciolti nell’acido ed in avanzato stato di decomposizione, furono ritrovati il 26 marzo 2014 in un bidone di ferro in un capannone nel Pistoiese, potrà quindi presentare appello e presenziare ai prossimi gradi di giudizio da uomo libero.
Luigi Orefice, 47enne originario del casertano ma da 10 anni residentea Pistoia, uccise il fratello Rosario, per motivi economici. Da tempo infatti tra i due andavano avanti liti originate dal fatto che Luigi aveva intestato la sua ditta “Italverniciatura” a Rosario per motivi legali, ma con l’accumularsi di debiti e problemi col fisco la situazione era degenerata. Dalle indagini emerse che Luigi ammazzò Rosario, poi fece a pezzi il cadavere con una sega elettrica e ne nascose alcune parti in un bidone pieno di acidi in un capannone di sua proprietà a Casalguidi, mentre altre parti del corpo, come la testa e gli avambracci furono fatti sparire in altro modo e mai più ritrovati.