Sestri Levante – Tornerà da mercoledì 8 a domenica 12 giugno 2016 l’atteso Premio Andersen giunto quest’anno alla sua 49esima edizione.
L’edizione 2016 ha ottenuto l’Alto Patronato del Parlamento Europeo e porterà nella cittadina rivierasca della Liguria ben 100 e più eventi aperti al pubblico e gratuiti.
Da mercoledì 8 a domenica 12 giugno cinque intensissimi giorni di narrazioni, spettacoli, incontri, circo contemporaneo e teatro di strada, arricchiti anche quest’anno da molta grande musica. L’incrocio di generi e molti progetti speciali, sono tra i punti di forza di questa kermesse con artisti e compagnie dal mondo, per migliaia di spettatori di tutte le età, che fa da cornice alla 49ªedizione del Premio H.C. Andersen Baia delle Favole di cui nella mattina di sabato 11 giugno alle 10 si svolgerà la cerimonia di premiazione.
Testimonial del Premio 2016 è Neri Marcorè, artista eclettico, capace di coniugare e riassumere mondi assai diversi fra loro: il teatro, la musica, la televisione, la radio… tutti accomunati da un grande tema, quello della PASSIONE, che è anche il filo conduttore di Andersen Festival 2016: dal patire, essere passivi, alla passione smodata esiste un arco di possibilità che ogni individuo attraversa, e deve imparare a gestire per affrontare la crescita e l’approdo all’età adulta. Una materia assai viva con la quale si cerca un equilibrio per tutta la vita. Nel suo intervento, sabato 11 alle ore 21.30, dal titolo Musicofilia, Neri Marcoré racconta il proprio rapporto con la regina delle arti, la musica: “La musica accompagna ogni momento di vita e pervade ogni settore artistico: la recitazione ad esempio è costituita da ritmo, pause, toni, accenti, accelerazioni… Non si può fare a meno né prescindere dalla musica.”
E il testimonial della passata edizione, Ambra Angiolini, torna quest’anno nelle vesti di madrina, e con una narrazione, venerdì 10 giugno alle ore 21.30, intitolata Sii bella e stai zitta: un atto di resistenza, che attraverso le parole di Michela Marzano e la musica degli Gnu Quartet racconta della mercificazione del corpo femminile nei mezzi di comunicazione e della condizione lavorativa delle donne. La filosofia può diventare un’arma efficace, un mezzo per affrancarsi dal potere; intesa nel senso originario, una passione (ecco il fil rouge) per la conoscenza che rende libero l’essere umano.
È con il coinvolgente corteo dei bambini, come da tradizione, che il Festival apre l’edizione 2016: mercoledì 8 giugno sin dal mattino una gioiosa invasione di bimbi – mille e più di mille! – si “impossesserà” simbolicamente della città. Nel pomeriggio di mercoledì 8 e giovedì 9 giugno tante dimostrazioni dai laboratori con cui gli allievi delle scuole hanno iniziato a febbraio il loro percorso di “avvicinamento” al Festival: gli AndersenLab, condotti dagli artisti Lorenzo Capello, Enrico De Nicola, Monica Marcenaro, Antonio Panella, Roberta Parmigiani.
Fedeli al principio dell’evoluzione, alla Baia del Silenzio un esperimento non ancora provato: dal venerdì alla domenica, a partire dalle 18.15, sul palco-palaffitta costruito nel mare ci sarà un unico, lungo happening, fino a notte fonda. L’apertura venerdì 10 giugno, alle 18.15, è affidata al coro Incantarte, il coro pop nato dall’iniziativa della docente Patrizia Merciari. Alle 19 un ospite d’eccellenza: Alberto Diaspro, direttore del dipartimento di Nanotecnologia dell’Istituto Italiano di Tecnologia, che racconterà come la percezione della natura nei suoi dettagli più piccoli possa muovere le nostre passioni verso nuove conquiste. Con Cucurbita sapiens, alle ore 20, la natura diventa arte: ecco infatti i manufatti del geniale Danilo Raimondo, che con la Cucurbita Lagenaria, una varietà particolare di zucca, crea ogni genere di oggetto e fa musica. Chiude la serata la narrazione di Ambra Angiolini, accompagnata da Gnu Quartet, alle 21.30.
Nella giornata di sabato 11 giugno, alle 18.15 il vice presidente emerito della Corte Costituzionale Fernanda Contri e la sociologa Marina D’Amato affrontano il difficile tema dei diritti dell’infanzia, in un incontro dal titolo Ci siamo persi i bambini. E la difficoltà di certe realtà è anche il tema dell’intervento successivo: L’epoca delle passioni tristi di Umberto Galimberti. Il filosofo non abbraccia però del tutto una visione pessimistica, ma fa delle proposte, non soluzioni ma indicazioni, di direzioni verso cui procedere per uscire dalla solitudine, dalla tristezza e dai deliri di onnipotenza.
E quale modo migliore per tornare a sentire quella rinnovata energia umana di cui parla Galimberti, dei KyoShinDo, letteralmente Via dell’Eco del Cuore? I membri del gruppo ci trasportano nel lontano mondo del Taiko, in Giappone, all’interno di una musica da ascoltare, da guardare e da vivere: il ritmo creato dai tamburi ridesta nel cuore il respiro primitivo della vita. E l’intervento di Neri Marcorè, Musicofilia, è una dichiarazione d’amore per lo spettacolo e per la musica, pensato appositamente per il Festival chiude perfettamente la serata, alle 21.30.
Nella giornata di chiusura, domenica 12 giugno, Cecilia Strada, intervistata da Roberto Pettinaroli, con il suo intervento, Passioni Civili, ci porta, dall’esperienza di Emergency, una riflessione sulla realtà dei conflitti moderni: il mondo dei feriti, degli ammalati nelle zone di guerra. E di un paese lontano, oggetto di attacchi ma anche simbolo di possibili esiti positivi, parleranno, alle 19, Moncef Ben Moussa, direttore del Museo del Bardo, in dialogo con Gad Lerner. La sezione Realtà del mondo della 19° edizione dell’Andersen Festival vede infatti al centro la Tunisia, il paese che con la sua passione ha dato il via alla primavera araba, e si è dotato della Costituzione più avanzata del mondo islamico, meritando, con il suo Quartetto del dialogo, il Nobel per la Pace 2015. Il Bardo ospita la più ricca collezione di mosaici romani del mondo e, con i suoi tesori, è testimonianza di quanto sia profondo il legame tra popoli e culture nella civiltà del Mediterraneo. L’incontro è un’occasione unica per riflettere sulla nostra storia e sul futuro a più di un anno dall’attentato del 18 marzo al museo tunisino, perché “E’ impossibile immaginare un futuro armonioso di benessere e di pace in Europa, senza una transizione democratica che favorisca la crescita di tutte le popolazioni della sponda sud del Mediterraneo” (Gad Lerner). Alle 20.30, un tuffo nella Tunisia dei suoni con uno dei tre maestri gnawa tunisini: Belhassen Mihoub. Accompagnato dai Rebis, (la cantante, arabista e francesista Alessandra Ravizza e il chitarrista Andrea Megliola) il maestro Mihoub ci trasporterà nel suono spirituale dell’Islam, da quello più canonico del “richiamo alla preghiera” a quello mistico degli gnawa di derivazione più africana. Il focus sulla Tunisia e sui temi della democrazia e della pace sarà inoltre affrontato dalle 17 a tarda notte al Convento dell’Annunziata in una non stop a cui parteciperanno oltre agli esponenti delle diverse confessioni religiose (Don Valentino Porcile della diocesi di Genova, Padre Marian Selvini della Chiesa Ortodossa genovese, Don Mario Cagna della diocesi di Chiavari, l’Imam Ahmed Abdou della comunità islamica del Tigullio) le Donne del Tè del Mondo, Medici Senza Frontiere, le giornaliste Donatella Alfonso ed Erica Manna (autrici del libro Al di qua del mare migranti e accoglienza in Liguria – De Ferrari editore), il giornalista Pablo Calzeroni per il progetto Moschee Aperte, il Coro 4 Canti diretto dal maestro Gianni Martini, con, a chiusura, a partire dalle 21.30, l’Orchestra Bailam con il progetto Taverne Cafè Aman e Tekés.
Conclusione della serata alla Baia all’insegna dell’umorismo e della comicità più coinvolgente con I Pirati dei Caruggi#desbelinity, che si propongono, per il divertimento degli spettatori, di “aggravare la difficile attuale situazione” portando in scena nuove idee comiche in linea con la filosofia della scuola genovese: “lavorare meno, lavorare gli altri”. Un arrembaggio irresistibile: a sciabola sguainata, quattro valenti capitani si alternano sul palcoscenico, dando vita a uno spettacolo (rutilante, guascone, piratesco) di gag, monologhi, canzoni e personaggi. Di e con Enrique Balbontin, Alessandro Bianchi, Fabrizio Casalino, Andrea Ceccon.
A dare il senso della festa, in un’invasione pacifica di strade e piazze, venerdì, sabato e domenica, saranno gli artisti di circo e di teatro di strada da tutto il mondo: dall’inglese Andy Snatch, per la prima volta in Italia, vincitore di diversi premi internazionali con il suo Check this out, alle canadesi Les Soeurs Kif – Kif, gemelle con il dono dell’umorismo che, tra teatro, danza, musica, circo, ci trasportano nel mondo dei vecchi cartoni animati e delle gag anni ’20. E ancora all’argentino Fernando Pose, giocoliere, ballerino di tango, grande artista di teatro catapultato per le strade del borgo. E i Chipolatas, che con Gentleman of the road offrono uno spettacolo in cui il circo e il teatro si incontrano con la musica suonata dal vivo: una famiglia di artisti, per cui il viaggio non ha alcuna destinazione, il viaggio è già una festa. Per la prima volta in Italia il duo Witty Look dal Giappone. Un monociclo e un clown. Monociclo e clown? Sì, però Daiki è il campione del mondo di monociclo, e Cheeky è un clown acrobatico: Unicycle Circus Theatre. E infine Beast of the theatre: Chris Lynam torna all’Andersen e Sestri Levante trema. Irriverente, sfrontato, bizzarro, brillante, non c’è modo di classificare Chris Lynam. Ogni suo spettacolo include effetti pirotecnici, acrobatici, attacchi al pubblico, stravaganti aperture liriche e orchestrali, oggetti volanti e quant’altro possa scaturire dalla vivida immaginazione dell’artista.
Non mancherà l’amatissimo teatro per i bambini, da giovedì 9 a domenica 12 giugno, dalle 17 nel seicentesco Convento dell’Annunziata, dove si tengono anche i suggestivi Racconti sotto il Fico: Acqua nera, acqua chiara, una storia del tubo! Una produzione Iren su una bambina intollerante, incredibile a dirsi, all’acqua! E Ali Babà del Teatro della Tosse: sullo sfondo delle Mille e una Notte, le astuzie di Ali Babà contro il terribile ladrone Mustafà. E ancora il Teatro del Piccione con l’arguzia yiddish trasportata al sud di Nel paese delle scarpe rotte, tra vacche che scodellano uova d’argento e candelieri che muoiono. E gli Jashgawronsky Brothers con il loro irresistibile e ritmico Un dos trash.
Ad incantare il pubblico raccolto sotto il fico nella meravigliosa terrazza affacciata sul mare saranno ancora il Teatro del Piccione con Fiaba di Luna di Lana e Ashka della neve, viaggio tra i ghiacci e boschi innevati e Gloria Clemente con il coro ragazzi Fabrizio De Andrè, per la presentazione del libro latanè e la chiave invisibile, viaggio in parole e musica.
Promosso dal Comune di Sestri Levante e realizzato in collaborazione con Artificio 23, Andersen Festival 2016 si avvale del contributo di Ministero dei Beni e delle Attività Culturali (Mibac), Regione Liguria, Coop Liguria, Compagnia di San Paolo, Arinox spa, IREN, Sap. Sono sponsor tecnici la Fondazione Mediaterraneo e l’ATP. Da quest’anno si è arricchito di un prezioso riconoscimento: l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo, che viene accordato agli eventi che presentino un profilo culturale di chiara dimensione europea.
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