Budapest – La grande corazzata Pro Recco affonda alla Alfred Hajos e non accede alla finalissima di Champions League. Passa lo Jug Dubrovnik, che vince ai tiri di rigori 15-14. Gara viziata da un arbitraggio poco sereno: Margeta e Koganov hanno fischiato per i primi due tempi in modo decoroso, poi la bilancia ha incominciato a pendere lentamente per il Recco, fino al macroscopico errore finale. Concedere in una semifinale di Champions un fallo di brutalità (oltretutto molto dubbio) a 9 secondi dal termine, dopo che per tutta la partita sono volati colpi di ogni genere, è senza dubbio un gesto esecrabile. La gara inizia subito in salita per la Pro. Facile identificare il problema: senza voler gettare croci addosso al giovane Viola, ma l’assenza forzata di Tempesti fra i pali dei liguri si è fatta sentire pesantemente. Lo Jug è preciso, veloce, e capisce l’importanza di non avere di fronte il miglior portiere al mondo. Fa suo il primo tempo (Jokovic, Perrone, Di Fulvio, Perrone), cede acqua nella seconda frazione, e dà quindi modo ai biancocelesti di tornare in parità (Sukno, Fatovic, doppietta di Filipovic, Figlioli). E’ stato un buon secondo quarto, quello del Recco, anche se, per amor di verità, la precisione in superiorità numerica ha lasciato molto a desiderare. Partenza shock per i croati nel terzo periodo: infilano per ben quattro volte il povero Viola, portandosi ad un tombale +4 sui liguri, che solo nell’ultima parte del periodo accorciano portandosi a -2 (Perrone, Jokovic, Markovic, Macan, Sukno, Pijetlovic). Ultimo quarto: una farsa diretta dalla coppia Margeta – Kogavov. Figlioli accorcia in superiorità, riponde Jokovic con una controfuga da manuale, Filipovic segna il -1, Perrone va invece sul +2. Qui entrano in gioco gli arbitri: Sukno tira dalla distanza, la sfera supera Bijan ma impatta sulla traversa, rimbalza sull’ipotetica linea e gli arbitri assegnano la rete. Un bel regalo. Quindi il fattaccio: Markovic sembra colpire al volto Di Fulvio. Sembra. Per gli arbitri non è gioco violento ma brutalità. Espulsione del croato e tiro di rigore che Sukno realizza. Suona l’ultima sirena: il risultato è sul 10-10 e quindi via ai tiri di rigore. Il Recco lancia in vasca Pastorino al posto di Viola: para su Ivankovic, ma anche Bijan para su Sukno. Perrone non perdona, Filipovic si fa parare. Lo Jug, con grande merito, batte Recco ed arbitri.
Nell’altra semifinale l’Olympiakos ha battuto il Szolnok 8-7.
Domani le finali.
Per il terzo posto alle ore 19.30 Pro Recco – Szolnok.
A seguire per il titolo Jug – Olympiakos.
Jug Dubrovnik – Pro Recco 15-14
Jug Dubrovnik: Bijan, Macan 1, Fatovic 1, Loncar, Jokovic 3, Garcia Gadea, Markovic 1, Ivankovic, Vrlic, Perrone 4, Benic, Obradovic, Popadic.
All. Vjekoslav Kobescak
Pro Recco: Viola, Di Fulvio 1, Mandic, Figlioli 2, Figari, Pijetlovic 1, Prlainovic, Aicardi, Sukno 3 (1R), Filipovic 3, Ivovic, Gitto, Pastorino.
All. Amedeo Pomilio
Arbitri: Margeta (SLO) e Koganov (AZE). Delegati: Perisic e Moliner
Parziali: 3-1, 1-3, 4-2, 2-4
Note: nessuno uscito per limite di falli. Espulso per fallo di brutalità a 9″ dal termine Markovic (J). Superiorità num. Jug 5/16, Recco 4/13.Spettatori 2500 circa. Sequenza tiri di rigore: Perrone gol, Filipovic gol, Jokovic gol, Ivovic gol,
Garcia gol, Prlainovic gol, Ivankovic parato, Sukno parato, Fatovic gol, Figlioli gol, Perrone gol, Filipovic parato.