Buoni Spesa Voltri

Genova – Cittadini in difficoltà economica in fila ordinata da transenne, in pieno centro di Voltri, per andare a ritirare i Buoni Spesa offerti dal governo centrale e distribuiti dal Comune di Genova. Sono roventi le polemiche sui social e non solo, sulla grave violazione della privacy e del rispetto della persona, registrato nel quartiere di Voltri, estremo ponente della città.

Per la distribuzione dei Buoni Spesa, accordati alle famiglie in difficoltà e anche con gravi situazioni economiche, il Comune ha identificato come sede un ufficio nel palazzo del Municipio, nella centralissima piazza Gaggero e per far rispettare le distanze di sicurezza e l’ordine di arrivo, ha posizionato transenne con tanto di cartelli con scritto “distribuzione buoni pasto” – sbagliando peraltro l’indicazione corretta.

Le persone che dovevano ritirare i buoni si sono trovate “esposte” e private di quel minimo di privacy che bisognerebbe garantire a chi, trovandosi in un momento di difficoltà, potrebbe non avere piacere di far sapere a tutto il quartiere le sue condizioni.

Il presidente del Municipio VII Ponente, sottolineando di non essere stato minimamente coinvolto, si dissocia e condanna fermamente le modalità messe in atto da parte della Civica Amministrazione per la consegna dei buoni spesa.

“Quanto avvenuto oggi a Voltri – scrive Chiarotti su Facebook – presso la sede municipale di Piazza Gaggero con le persone letteralmente in fila in mezzo alla strada non ha garantito in alcun modo il rispetto della privacy ed ha gravemente offeso la dignità delle persone che, a causa dell’emergenza COVID-19, stanno attraversando un momento di difficoltà.
Il non avere coinvolto i Municipi in questa vicenda ha portato e continua a portare a scelte che si dimostrano quantomeno discutibili”.

“Una scelta davvero vergognosa – si legge sulle pagine locali dei Social – che ha umiliato le persone in fila. Non si poteva scegliere una collocazione meno “in vista”?

E molte delle persone che stamane dovevano ritirare i primi buoni da 100 euro, validi per fare la spesa o per acquistare beni di prima necessità in una serie di negozi convenzionati, hanno tentennato un pò prima di mettersi ordinatamente in fila.
Molti con lo sguardo visibilmente imbarazzato e qualcuno che cercava disperatamente di non mostrare il viso ai passanti che si fermavano a commentare e a criticare quanto organizzato.