mediciGenova – In Liguria non vengono rispettati i parametri nazionali per il numero di Consultori familiari in proporzione alla popolazione.
A denunciarlo il Movimento 5 Stelle dopo la partecipazione al convegno nazionale sulla Contraccezione che si è tenuto sabato scorso.
Secondo il Movimento 5 Stelle, inoltre, al Congresso nazionale della SIC (Società italiana Contraccezione), il presidente di Regione Giovanni Toti avrebbe comunicato informazioni non veritiere.

“Toti – spiega il capogruppo del M5S in Regione Liguria Maria Tini (ginecologa) e il consigliere Fabio Tosi – ha fatto pervenire un suo messaggio, letto ai presenti dal direttore di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale San Martino di Genova, Angelo Cagnacci: secondo Toti, la sua Giunta avrebbe sostenuto e aumentato i consultori in Liguria, e dunque sarebbero diminuite le interruzioni volontarie di gravidanza”.

“Noi abbiamo un ricordo un po’ diverso – spiegano al Movimento 5 Stelle – Correva il 2019 e in Aula, a febbraio, fu votata una mozione dell’allora consigliere meloniano Matteo Rosso. L’atto fece tutt’altro che rafforzare la rete dei consultori pubblici. Anzi, non fece nemmeno cenno alla necessità di potenziarli con investimenti mirati, nonostante le richieste in merito di tutta l’opposizione e dello stesso territorio. La mozione di Rosso semmai mirava a scardinare il diritto garantito dalla 194 e mettere mano al principio di autodeterminazione delle donne”.

“Il testo presentato da Rosso era un atto incompleto e senza alcuna utilità dal punto di vista pratico – ricorda Tosi – Nella mozione, infatti, non si fece cenno alla necessità di potenziare i consultori. L’ex consigliere, invece, per giustificare la sua mozione, pensò bene di parlare della necessità di migliorare la presenza di consultori familiari seguendo però un obiettivo preciso: “dovrebbero – disse in Aula – aiutare a superare le cause che possono indurre la donna a abortire, in particolar modo se queste hanno natura economica, sociale e familiare”. E questo secondo Toti equivale a sostenere e aumentare i consultori in Liguria?”.

“Attualmente, a Genova le sedi consultoriali sono 19 (13 urbane e 6 extraurbane) – fa sapere Tini, che era presente al Congresso in qualità di medico ginecologo -. La normativa prevede la presenza di 1 consultorio ogni 20.000 abitanti nelle aree urbane e 1 consultorio ogni 10.000 abitanti nelle aree rurali. Questi parametri purtroppo in Liguria non sono rispettati. I consultori poi sono in carenza assoluta di personale e chi governa ha addirittura eliminato alcune funzioni fondamentali dei consultori, delegandole ad altre sedi molto più complesse e non di primo approccio. E comunque le sedi sono sempre le stesse, poche e sminuite. Se questo avviene, la colpa è della Regione che non li potenzia”.

“È vero che le interruzioni volontarie di gravidanza diminuiscono lievemente di anno in anno, ma non è certo grazie alla Regione che non si spende in azioni di prevenzione in questo senso. Semmai è grazie al lavoro dei singoli ginecologi più attenti all’argomento e più preoccupati per la salute delle donne e ai professionisti, e dei consultori come l’Aied (l’Associazione italiana per l’educazione demografica che quest’anno celebra 50 anni di attività) da sempre impegnati nella prevenzione e nel sostegno non solo clinico e diagnostico, ma anche psicologico delle donne che vi si rivolgono”, aggiunge Tini.

“Curiosa anche l’ultima osservazione di Toti, nel suo messaggio alla platea: a quale “educazione all’affettività fin dalla scuola” si riferisce il presidente di Regione? Quella del meloniano Balleari, che con la mozione di fine settembre (respinta peraltro!) ha cercato di ingabbiare le scuole con la scusa del consenso informato dei genitori per l’inserimento della sessualità tra le materie extracurriculari? O quella invece auspicata dall’opposizione, cioè di un’educazione consapevole affidata ai professionisti e dopo un opportuno approfondimento in Commissione con gli esperti del caso? Invito la maggioranza a riflettere: il tema è delicato, il territorio attende risposte concrete e non solo proclami di facciata”, conclude Tosi.