Isola del Cantone – Tornerà in vita, popolato per un solo giorno all’anno da decine di persone, nell’ultima domenica di agosto, il paese “fantasma” di Cassissa, antico e suggestivo borgo costruito sui dirupi sopra il Castello della Pietra di Vobbia, nel Parco dell’Antola.
Il paese è disabitato da decenni (sembra che gli ultimi abitanti l’abbiano lasciato nei primi anni ’70) ma una volta all’anno i discendenti dei suoi abitanti salgono il sentiero che da Marmassana porta a Cassissa per ripulire stradine e case da rovi e sterpi e riaprono la chiesetta intitolata alla Madonna della Salute, per celebrare la festa del paese e ricordare tutte le persone che hanno vissuto in questo piccolo e suggestivo paese abbandonato.
Non piace a tutti il termine “abbandonato”, proprio perché il paese, in realtà, sebbene disabitato da moltissimo tempo, è ancora nei cuori di chi ci ha abitato e in quelli dei loro discendenti e la cura con la quale il paese viene ripulito e conservato fa a pugni con il termine “abbandonato”.
Non si conoscono le origini del paesello, costruito con fierezza e fatica indicibile, su un tratto molto scosceso del monte che sovrasta l’antico Castello della Pietra, uno dei più affascinanti (e meno conosciuti) castelli della Liguria.
L’ipotesi più accreditata è che Cassissa si trovasse sul percorso di una fitta rete di antichi sentieri che da Genova collegavano con il Piemonte. Una delle tante ramificazioni della “Via del Sale”.
I sentieri che da Cassissa collegano con il Bric di Camere, con Marmassana, Monte Canne, Montessoro e poi con la val Borbera mettono ancora oggi in collegamento antichi “castelli”, fortilizi di cui restano solo pallide tracce e antiche vie di comunicazione risalenti al periodo romano come testimoniano i recenti ritrovamenti vicino al Castello di Montessoro, ancora oggi maestosa presenza quasi sconosciuta ai più.
Nella zona di Cassissa, infatti, non ci sono terreni e pianure che giustifichino la presenza umana e probabilmente si trattava di un borgo nato e cresciuto su un antico presidio militare o all’incrocio di antichi sentieri percorsi da mercanti. Difficile pensare che un gruppo di contadini o allevatori abbia deciso di scegliere un luogo tanto impervio per stabilirsi a meno di dar credito ad un’altra teoria, suffragata da qualche antico racconto tramandato di padre in figlio, riguardo una “fuga” di persone che scelsero di vivere lontano da gabelle e tasse imposte dai “signorotti” locali, nei tempi antichi.
A tal proposito consigliamo la lettura del libro “Angeli d’altri tempi” scritto da Gian Pietro Bernuzzi, discendente di una famiglia che ha vissuto nel borgo.
Come raggiungere Cassissa
Si raggiunge Isola del Cantone con l’Autostrada A7 Genova – Milano e si seguono le indicazioni per Montessoro e per Marmassana.
Saliamo in auto sino al bivio che, a destra porta a Marmassana, a sinistra a Monte Canne o al borgo di Spinola e proseguendo diritti porta al Castello di Montessoro.
Seguiamo le indicazioni per Marmassana e, se siamo attenti a non disturbare troppo la quiete dei luoghi, parcheggiamo nel tratto pianeggiante conosciuto sul posto come “Serra” e dove troviamo abbondante parcheggio. In questo modo non saremo costretti a cercare un posto nel borgo abitato o, peggio, nei terreni di chi abita e lavora nelle antiche case del borgo di Marmassana. Il rispetto dei luoghi deve essere priorità assoluta.
Proseguiamo a piedi sino a Marmassana (circa 15 minuti) e giunti sotto il campanile della chiesa locale, seguite le indicazioni per Cassissa.
La strada è agevole, sterrata ma in ottime condizioni, ma non va assolutamente percorsa in auto, anche se fuoristrada, per rispetto ai luoghi e soprattutto di chi sceglie di passeggiare senza il rumore dei motori e la polvere delle vostre ruote.
Dopo circa mezz’ora di cammino incontrerete una cappella votiva di colore bianco, siete a circa metà del percorso e potete proseguire lungo la strada ben visibile. Il paese abbandonato di Cassissa è già visibile con alcune case che spuntano dalla vegetazione.
Alle porte del paese incontrerete il “trogolo“, l’antica fonte e lavatoio per gli indumenti.
L’acqua è ottima e incontaminata ma vi chiediamo di fare molta attenzione perchè le vasche ospitano alcuni esemplari di Tritone, una sorta di salamandra, sempre più rara in Liguria. Non toccate per nessun motivo gli animaletti simili a lucertole e che vivono nell’acqua. Se non siete ancora convinti, sappiate che chi abita sul posto sostiene che disturbarli porti una sfortuna nera ed anche se non siamo superstiziosi è sempre meglio dare ascolto alle antiche leggende.
Ancora qualche minuti di cammino e potrete scorgere la sagoma della chiesetta della Madonna della Salute, l’edificio in assoluto meglio conservato (e spesso restaurato) di tutto il paese.
Cosa c’è da vedere a Cassissa
Del borgo restano in piedi poche case. In realtà un tempo il paese era molto più grande e se osserviamo tra gli alberi e i rovi si intuisce facilmente che muri i muri crollati sotto il peso del tempo erano anticamente delle case, dei fienili ed essicatoi per le castagne, cibo che per secoli ha sfamato contadini e piccoli allevatori.
Alcune case hanno ancora il tetto e all’interno troviamo antiche stalle (al piano stradale), cucine con ancora tavoli e stoviglie, camere da letto e magazzini per gli strumenti da lavoro.
Anche in questo caso raccomandiamo il massimo rispetto dei luoghi. Le case sono ancora di proprietà di qualcuno e violarle è illegale oltre che pericoloso visto che molte sono in piedi per miracolo.
Affacciamoci alle porte e alle finestre senza entrare. Eviteremo possibili liti e rispetteremo i luoghi. Cerchiamo di non portare via nulla e di non lasciare spazzatura. Lasciamo il posto come lo abbiamo trovato.