Carignano muretto rosso blu, teppisti tifosiGenova – Non si ferma la raffica di atti di vandalismo messa a segno da teppisti travestiti da tifosi delle squadre cittadine e nella notte è stata ultimato l’imbrattamento del muretto che sale dalla Regione Liguria sino alla cattedrale di Carignano.
A nulla è servito l’allarme lanciato dal presidente del locale Municipio, Andrea Carratù che nei giorni scorsi era intervenuto, con l’unico precedente del vicesindaco Piciocchi, sulla vicenda che sembra ormai sfuggita ad ogni controllo.

“Chi mi conosce sa che il Genoa per me è una fede importante – scriveva Carratù al primo “attacco” – ma lordare la città non va bene non va bene e non va bene. Userò un francesismo che di solito evito di scrivere: ” Avete rotto il cazzo”. Che le società e i club diano una mano a convincere i tifosi a mettere striscioni, bandiere appese a finestre, terrazzi e balconi ma basta a adesivi e vernici”.

Prima di Carratù solo il vicesindaco Pietro Piciocchi aveva “tuonato” contro gli episodi di vandalismo mascherati da “tifoseria” quando ignoti poveretti avevano dipinto la torre della passeggiata di Nervi con i colori del Genoa.
Un intervento schietto, che non ha nulla a che vedere con la propria “fede calcistica” ma solo con il rispetto che tutti i Cittadini, di qualunque fazione, devono avere per la città e per chi non desidera vedere imbrattati edifici, monumenti e muri con questa o quella combinazione di colori.

L’appello del presidente Andrea Carratù, lanciato solo poche ore prima del secondo raid, non ha però fermato i teppisti e nemmeno messo “in allarme” chi poteva prevedere che l’opera, incompiuta, potesse essere oggetto di un “secondo appuntamento”.
E intanto dilaga l’assurda “battaglia” tra poveretti che invece di appendere striscioni e bandiere preferiscono imbrattare con la vernice qualunque cosa credano faccia parte del loro “territorio”.
Nel silenzio quasi generale di gran parte degli amministratori e di chi “fa opinione”