Seydou_Diallo morto di freddo a GenovaGenova – Sarà aperta un’indagine sulla morte di Seydou Diallo, l’uomo di 62 anni trovato morto di freddo su una panchina vicino alla stazione di Principe, nella notte tra il 4 e il 5 decembre.
L’uomo era stato considerato uno straniero senza fissa dimora e seguito da diverse associazioni benefiche proprio per il suo stato, mentre si è scoperto che aveva una ex moglie ad Arenzano, con la quale ha vissuto per 15 anni e che certamente lo avrebbe aiutato se fosse stata informata della sua condizione.
Inoltre Seydou Diallo apparteneva ad una delle famiglie più ricche del Senegal ed anche in quel caso una segnalazione avrebbe certamente fatto scattare un soccorso familiare che avrebbe evitato la tragedia.
E invece il manager laureato e con Master a Parigi e lunga esperienza come cooperante per ONG che operano in Africa sembra essere stato inghiottito dall’indifferenza di cui sono avvolte le persone che, per un motivo o per l’altro, finiscono per strada.
E’ la moglie ad aver sollevato il caso raccontando che i due si erano separati tempo fa a causa di una dipendenza dall’alcol del manager e che lui, lasciata Arenzano, si era trasferito a Rimini presso un parente. Da allora i rapporti si erano interrotti e la ex moglie sperava avesse iniziato seriamente un percorso di disintossicazione.
Invece si scopre oggi che l’uomo era tornato a Genova e viveva letteralmente su una panchina, trascinando la sua vita come fanno tanti disperati cui la società ha chiuso le porte in faccia.
La notizia della morte dell’ex marito è arrivata come una doccia fredda che lascia interdetti. Poi le notizie sui Media e la decisione di rendere giustizia all’uomo che per 15 anni è stato il compagno di vita.
La donna si chiede perché non sia stata avvisata della condizione del marito, perché non sia stata avvisata la famiglia di origine e cosa sia successo da quando l’ex marito si era trasferito a Rimini.
Domande più personali anche sul motivo che ha spinto Seydou Diello a trascinare la vita sino al tragico epilogo invece di contattarla o di andare a cercare aiuto alla porta che certamente non sarebbe rimasta chiusa.
Il resto sono le riflessioni sul tipo di società in cui viviamo dove basta un passo falso per trasformare la vita di un manager laureato e con master in un inferno che porta alla morte, di freddo, su una panchina.