Migranti bambino Geo BarentsGenova – Salvati davanti alle coste della Libia dovranno fare un viaggio di 1.245 chilometri, su una nave non idonea ad offrire sistemazioni adeguate, per poter sbarcare. la nave umanitaria Geo Barents di Medici senza Frontiere costretta nuovamente ad un lungo e costoso viaggio per raggiungere sabato il porto di Genova cui è stata destinata dalle nuove normative introdotte dal Governo Meloni e che sembrano contrastare con le norme del diritto internazionale.
in arrivo a Genova altri 36 migranti salvati da naufragio e – secondo quanto previsto dal diritto internazionale – dovrebbero essere sbarcati nel primo “porto sicuro” disponibile, ovvero nel primo scalo che possa garantire loro una sistemazione, un riparo e cure mediche.
Da sempre il diritto internazionale che tutela i naufraghi di ogni nazionalità considera “porto sicuro” lo scalo più vicino al punto di salvataggio e così avviene per tutti i naufraghi del Mondo. Tuttavia lo Stato italiano ha recentemente introdotto una “interpretazione” della norma che attribuisce alle autorità preposte la scelta del “porto sicuro” in palese contrasto con le norme internazionali.
La scelta, infatti, ricade su porti e scali che distano dal punto di salvataggio anche 1200 chilometri come nel caso in questione.
Il Comitato Insieme per la Costituzione considera “inumano prolungare lo sbarco di chi scappa da guerre, fame e torture”
Secondo la protesta, infatti, “con l’identificazione di porti lontani dai luoghi del soccorso continua l’atteggiamento punitivo del Governo nei confronti dei migranti manifestato anche con decisioni come il taglio alle risorse per l’accoglimento dei minori – dichiarano dal Comitato Insieme per la Costituzione Genova – e in tutto questo, è solo di qualche giorno fa la polemica sulla situazione che ha visto protagonisti i 47 migranti dell’Hub di Voltri, costretti a pernottare nella tendopoli a rigide temperature”.

Per il Comitato, Genova porto di arrivi e partenze, “deve garantire un’accoglienza dignitosa e sicura per chi è in cerca di una prospettiva per la propria vita: il dovere dell’accoglienza, che il nostro paese è richiamato ad esercitare per effetto dei patti e dei protocolli internazionali e dalla dichiarazione internazionale dei diritti umani, è uno dei principi di umanità contenuti nella Carta Costituzionale”.