Genova – Una misteriosa moria di cinghiali si sta verificando nel greto del torrente Bisagno. Sono già una decina le carcasse di cinghiali avvistate da passanti che, nei giorni scorsi, avevano segnalato, senza risposta, la presenza anche di alcuni esemplari agonizzanti all’altezza del carcere di Marassi, in ValBisagno.
A preoccupare è soprattutto il numero dei decessi che fa pensare a qualcosa di “indotto” e difficilmente considerabile tra gli eventi naturali.
Le ipotesi più probabili sembrano essere un focolaio di peste suina africana (PSA) oppure un avvelenamento causato da esche per topi o, peggio, dalla mano di qualche squilibrato.
Diverse persone raccontano sui social di aver avvistato anche cinghiali adulti riversi nel greto, come in preda a convulsioni, che sembrano morenti e comunque molto sofferenti.
Una situazione che richiederebbe controlli immediati e verifiche attente di cui, al momento, non c’è notizia.
Eppure, nel caso di un focolaio di peste suina in città, la situazione sarebbe molto grave perché rischia di innescarsi un “effetto a catena” che potrebbe estendersi lungo tutto il corso del Bisagno, estendendosi nell’entroterra.
Cittadini e associazioni ambientaliste chiedono che si intervenga al più presto per capire cosa sta succedendo e di condividere le informazioni per non generare psicosi o allarmi ingiustificati.
Ricordiamo che la peste suina africana (PSA) non si trasmette all’uomo e che le grandi precauzioni che vengono prese da mesi sono misure di prevenzione per evitare che la malattia raggiunga le grandi zone di allevamento di suini (che invece possono contagiarsi) con conseguenze inimmaginabili per le economie locali e con il rischio che l’Unione Europea blocchi il commercio (inport-export) di carni suine e prodotti derivati (salumi) da e per l’Italia.