Flamanville (Francia) – Un eccessivo contenuto in carbonio dell’acciaio che riveste il reattore nucleare potrebbe causare lo sgretolamento della protezione anti radiazioni che protegge la centrale di Flamanville. La notizia ha suscitato grande clamore in Francia dove il dibattito sul nucleare è molto vivo e dove le polemiche per la costruzione di un reattore di “terza generazione” suscita molti dubbi.
La centrale nucleare di Flamanville, in Normandia, è operativa da tempo ma vi si sta costruendo un nuovo reattore che, almeno sulla carta, doveva essere il più sicuro.
In realtà, se le notizie venissero confermate, lo scudo in acciaio del reattore sarebbe del tutto inadatto alla sua funzione e potrebbe essere necessario sostituirlo, con un’enorme dispendio di denaro e risorse.
Al progetto partecipava anche Enel che, però, si è ritirata dopo il referendum sull’energia nucleare che si è svolto in Italia.
L’agenzia per la sicurezza nucleare francese (Autoritè de suretè nucleaire, Asn) ha scoperto un “grave” problema nella tenuta dell’acciaio che forma la struttura a cupola di contenimento e la base del nocciolo del reattore. Struttura completata lo scorso anno.
Nell’acciaio usato a Flamanvile dal colosso francese Areva sarebbe stato trovato “un’eccessivo quantitativo di carbonio (in alcune parti fino al doppio del massimo consentito)” che potenzialmente “aumenta il rischio di sgretolamento” del ‘coperchio’ sul reattore “alle altissime pressioni che deve sopportare”.
“C’e’ una grave anomalia in un componente cruciale dell’impianto – ha confermato Pierre-Franck Chevet, presidente della “Autoritè de suretè nucleaire – che non esclude uno stop ai lavori, anche se attenderà prima la fine dei test all’inizo del 2016. Edfi, il colosso statale proprietario dell’impianto, ha comunque insistito che procederà nei lavori.