Atene – Non c’è pace in questa rovente estate 2015 per la Grecia che resta sulle prime pagine dei giornali dopo il fuoco politico che devasta Syriza e dopo le molotov in piazza Syntagma, perchè ora veri incendi sono scoppiati alle porte di Atene, nella punta meridionale del Peloponneso.
Torna l’incubo del 2007, quando morirono 60 persone. Nella regione della Lakonia, le fiamme arrivano fino alle spiagge. Nella zona di Neapoli è un inferno: campeggi e villaggi evacuati, casette e taverne isolate nella campagna sono distrutte. Un centinaio di vacanzieri resta bloccato per ore su una spiaggia. I mezzi della Guardia Costiera, ma anche imbarcazioni di privati fanno la spola per salvarli, ostacolati dal mare ingrossato dal vento fortissimo.
I media online riportano che un cittadino greco residente in Belgio viene trovato morto, probabilmente stroncato da un infarto. Cede un traliccio dell’alta tensione e la vicina isola di Cythera, resta senza corrente elettrica. Un altro incendio scoppia sull’isola di Evia. Nella capitale vanno a fuoco le pendici del monte Imetto, al limite orientale della città. Le fiamme toccano anche alcuni condomini di Kareas, quartiere di classe media. Il ministro dell’energia, il dissidente Lafazanis, arriva sul posto ma è contestato dagli abitanti. Un altro incendio divampa anche a Koropi, vicino al centro di allenamento del Panathinaikos, e a Iloupoli, altro quartiere vicino al monte che sovrasta la città.