Berlino – Nuovi guai per la Volkswagen dopo lo scandalo dei motori “truccati” per superare le prove anti inquinamento degli Stati Uniti. La Motorizzazione tedesca Kba ha infatti ordinato il richiamo di 2,4 milioni di auto Volkswagen.
Il recall riguarda tutte le vetture prodotte nel periodo nel quale si è accertato che modifiche elettroniche alle centraline avrebbero falsato i risultati delle analisi delle emissioni di gas pericolosi per l’ambiente.
Il richiamo delle vetture comporterà spese enormi per la Volkswagen che potrebbe essere condannata a risarcire tutte le spese effettuate per riportare i veicoli alle condizioni previste dalla legge.
Secondo il giornale tedesco Bild la Kba ha respinto la proposta di Volkswagen di lasciare che fossero i proprietari delle auto interessate a decidere volontariamente di ricorrere alle riparazioni necessarie.
L’ente di controllo tedesco non intende lasciare che sia il singolo cittadino a risolvere una questione di sicurezza della salute e ordina il richiamo di tutte le vetture a spese di Volkswagen.
Incomprensibile l’atteggiamento italiano nella gestione dello scandalo. L’Italia sembra tergiversare in attesa di non meglio specificati controlli e verifiche che sono stati richiesti alla stessa Volkswagen invece di disporre, come si appresta a fare la Motorizzazione tedesca, il richiamo totale di tutte le vetture prodotte nel perioso incriminato oltre a prevedere rigidi controlli su tutte le auto prodotte dalla Volkswagen a partire dal periodo incriminato e sino ai giorni nostri.
“Sudditanza psicologica del Governo Italiano alla Germania” insinuano le associazioni dei Consumatori ma è evidente che l’atteggiamento dell’Italia al problema è molto meno incisivo e punitivo rispetto a molti altri Paesi come la stessa Germania che pura sarebbe danneggiata in modo enorme da un eventuale collasso della Volkswagen.