Genova – Sconosciuti che chiamano sul telefono di casa e con forte accento straniero e poca dimestichezza con l’italiano, chiedono informazioni sugli spostamenti della famiglia, gli orari di partenza e di arrivo dei vari componenti della famiglia e la zona dove si lavora. E’ l’indagine sulla Mobilità dei genovesi commissionata dal Comune di Genova o un trucco di malintenzionati per raccogliere informazioni preziose sugli orari delle famiglie da derubare?
Se lo domandano i tanti genovesi che, in questi giorni, stanno ricevendo le telefonate di sedicenti operatori del Comune di Genova e che si sentono chiedere la disponibilità a rilasciare informazioni sui loro spostamenti, sugli orari di lavoro e sulle abitudini dei vari familiari.
Telefonate che potrebbero essere riconducibili ad un’indagine commissionata dal Comune di Genova per raccogliere preziose informazioni che potranno essere rielaborate e fornire elementi utili per una migliore pianificazione della Mobilità ma che potrebbero anche nascondere un tentativo di estorcere preziose informazioni per chi poi desidera rubare nelle abitazioni.
A lanciare l’allarme sono alcuni genovesi che, sui social media, chiedono informazioni su “misteriose” telefonate di persone che non parlano italiano correttamente ma sembrano molto interessate alle abitudini della famiglia chiamata.
“Chiamano in casa a tutte le ore – si legge su Facebook – e dopo alcune domande normalissime iniziano a domandare quante persone abitano in casa, se lavorano o vanno a scuola e quali orari ha la famiglia per i suoi spostamenti”.
Domande “innocenti” se a farle sono incaricati del Comune di Genova (che sta realmente conducendo un sondaggio affidato ad una ditta esterna) ma che potrebbero facilmente nascondere le reali intenzioni di ladri d’appartamento o di bande criminali dedite alle truffe agli anziani.
“E’ incredibile – osservano altri genovesi su Facebook – che il Comune , che da una parte lancia campagne per la tutela degli anziani dalle truffe, non abbia pensato di aver involontariamente fornito ai truffatori un’arma fantastica per avere notizie proprio sui soggetti più deboli”.
La vicenda sta diventando preoccupante sia nel caso che le telefonate siano effettivamente un’indagine sulla Mobilità e sia nel caso che si tratti di una trappola orchestrata da malintenzionati.
La reazione dei genovesi, infatti, potrebbe essere quella di non rispondere alle chiamate e di buttare giù il telefono alla prima domanda “scomoda”. Questa soluzione potrebbe vanificare l’operazione del Comune e far buttare un bel pò di soldi per avere informazioni parziali o addirittura volutamente falsate.
Oppure la buona fede del Comune potrebbe essere sfruttata da malintenzionati per carpire preziose informazioni dalle famiglie.
“Forse – spiegano ancora su Facebook – sarebbe stato meglio chiedere ai genovesi di rispondere ad un questionario su Internet legato al sito del Comune di Genova o ai tanti quotidiani on line che vengono pubblicati ogni giorno. Questa accortezza avrebbe reso più sicuri i genovesi e più attendibili le risposte”.