Washington D.C (Stati Uniti) – Negli ultimi 16 anni il buco dell’ozono, uno dei simbolici sintomi del “global warming”, sembrerebbe aver cominciato a ridurre il proprio diametro sopra l’Antartide.
La notizia è stata diffusa dalla rivista “Science”, che ha raccolto alcune delle indagini portate avanti dal Massachusetts Institute of Technology, meglio conosciuto con l’abbreviazione di “Mit”. Secondo gli esperti e gli scienziati impegnati in questa ricerca e in questo confronto di dati, sembrerebbe che si incomincino a vedere i primi risultati concreti del Protocollo di Montreal, accordo siglato nel 1987, entrato in vigore nel 1989 e negli anni a seguire implementato, con un’adesione di firmatari che ha raggiunto le 192 nazioni in tutto il mondo.
Il protocollo si pone come obiettivo quello di ridurre tutte quelle sostanze che minacciano lo strato di ozono, come i clorofluorocarburi o tutte le sostanze chimiche a base di cloro e bromo.
I ricercatori del Mit avrebbero analizzato tutti i dati e le rilevazioni dal 2000 a oggi, rilevando segnali di progressiva riduzione.