Genova ricorda la tragedia del crollo di ponte Morandi ad un mese dal giorno in cui, incredula, la città scopre di essere stata divisa in tre dal cedimento di un viadotto che, per tutti, è “Brooklyn” per la somiglianza con il celebre ponte di New York. Alle 11,36 di martedì 14 agosto, sotto un temporale molto forte, il viadotto Polcevera si sbriciola improvvisamente trascinando con se decine di auto e di persone. Il bilancio si ferma a 43 morti ma avrebbe potuto contarne molti di più considerando il consueto flusso di auto che ogni giorno lo attraversava e la fortunata coincidenza che ha voluto che il crollo riguardasse solo una parte del ponte sospesa sul sottostante torrente. Se avesse ceduto anche il resto del ponte sarebbero rimaste coinvolte le case che oggi sono “in zona rossa” e sono state evacuate da diverse centinaia di abitanti.
Oggi la città di Genova ricorda quelle vittime e tutti coloro che, in quel giorno, hanno perso la casa o il lavoro o una persona cara. Alle 11,36 la città si fermerà, i negozi abbasseranno le saracinesche e le sirene del porto suoneranno in segno di lutto. Tutte le campane delle chiese suoneranno “a morto”.
Sarà un momento di riflessione e di cordoglio e un impegno a non dimenticare. L’occasione per chiedere, tutti insieme, che eventi come questi non si ripetano più e che la ricostruzione del ponte sia “veloce” quanto “sicura”.
Nel pomeriggio, alle 17,30, nuovo momento commemorativo in piazza De Ferrari con la piazza ad ospitare quanti vorranno stringersi alle famiglie delle vittime, agli sfollati, e a quanti hanno perso molto nel tragico crollo.