Genova – Inizieranno ufficialmente oggi, in tarda mattinata o, più probabilmente, nel primo pomeriggio, le operazione di demolizione delle prime case di via Porro evacuate nell’agosto dello scorso anno a causa del crollo di ponte Morandi.
Le macchine demolitrici – non si userà esplosivo – inizieranno a ridurre in frantumi le case abbandonate da chi ha perso molto in quel tragico 14 agosto e ancora oggi soffre per aver dovuto abbandonare ricordi di una vita.
Ruspe e scavatrici demoliranno uno dopo l’altro i palazzi che per decenni sono rimasti sotto al grande viadotto costruito dall’ingegner Morandi e che per decenni è stato un simbolo del progresso e della tecnologia del dopo Guerra, per poi finire tragicamente, uccidendo 43 persone e lasciando senza casa centinaia di famiglie.
Le operazioni di demolizione delle case sono necessarie per preparare la fase più importante del progetto, la demolizione della parte del troncone est che passa proprio sopra le case e le vie della zona.
Per quello si parla sempre più insistentemente dell’uso degli esplosivi che potrebbero essere utilizzati il 24 giugno e in un’unica soluzione (era al vaglio la realizzazione di due diverse esplosioni per la pila 10 e la pila 11).
Per quel giorno, però, potrebbe essere necessario organizzare la più grande evacuazione di popolazione dalla fine della Guerra, con oltre 10mila abitanti della zona che dovrebbero “spostarsi” in un’altra parte della città per evitare i pericoli legati all’uso massiccio di esplosivo ma anche per le polveri che si solleveranno con l’esplosione.
Polveri di cui, al momento, non si conosce la composizione esatta.