campana-salvata musulmani chiesa campo ligureCampo Ligure (Genova) – Due giovani di fede musulmana hanno salvato, insieme ad un albergatore della zona, la campana e l’antico leggio della chiesetta “della Misericordia” travolta da una frana scatenata dall’ondata di maltempo che ha colpito la zona nei giorni scorsi.

Una storia di fratellanza e di comunità d’intenti che va raccontata e che meriterebbe ben altro spazio sui Media quella avvenuta nel comune di Campo Ligure, provincia di Genova, durante i giorni terribili dell’alluvione del 21 ottobre scorso.

Una gigantesca frana, innescata dalle abbondanti precipitazioni, ha travolto e ridotto ad un cumulo di macerie la chiesetta “della Misericordia” costruita laddove, nel 1640, un ricco imprenditore della zona era soppravissuto ad un terribile incidente con il cavallo.
Una prima cappella era stata trasformata in Chiesa e, da allora, con alterne vicende, tutti gli abitanti della zona conoscono l’edificio sacro.

L’ondata di fango ha cancellato secoli di storia e ha ridotto in frammenti il grosso edificio.
Il giorno successivo al disastro, però, due giovani ospiti dell’albergo “Turchino” – che si trova nella zona – hanno avvicinato il proprietario Marco Mascio – e hanno segnalato di aver ritrovato la campana del piccolo campanile della chiesetta e di volersi mettere a disposizione per “salvarla”.
Un gesto di attenzione per la comunità del luogo, reso ancora più importante (se mai possibile) dal fatto che i due sono fedeli musulmani.

Il gestore dell’albergo e i due giovani ospiti hanno quindi approfittato di una pausa nel maltempo per raggiungere il cumulo di macerie e recuperare faticosamente la pesante campana ed un antico leggio.
Una fatica improba ed un impegno davvero esemplare per persone che non sono nate e cresciute sul posto e quindi non necessariamente hanno un attaccamento sentimentale verso l’edificio storico e, tantomeno per motivi religiosi.

Un grande gesto di solidarietà che ha visto il salvataggio della campana e dei beni storici salvati dalla rovina delle intemperie e dalla possibilità che un nuovo movimento franoso trascini le antiche memorie della chiesetta nel sottostante corso d’acqua.

Una storia che dimostra uno spirito di fratellanza e di comunità che va al di là del proprio credo religioso.
Una storia che riempie di speranza per un futuro di pace e convivenza tra culture e popoli che solo all’apparenza sono lontani.

La Storia del Santuario di “Nostra Signora della Misericordia”

Nel 1640 Michele Prasca, facoltoso commerciante campese, fece costruire per voto una cappelletta nel luogo dal quale, mentre stava viaggiando verso Genova, era precipitato sul sottostante greto del torrente Stura insieme col cavallo, rimanendo illeso avendo invocato l’aiuto della Madonna. Tale costruzione, arricchita più tardi dalla statua di marmo della “Madonna della Misericordia”, donata dal nipote Benedetto Prasca, armatore, commerciante e comandante di navi, divenne per i campesi luogo di devozione, denominato per antonomasia “la Cappelletta”.
Ricostruita completamente nelle forme attuali in tempietto di stile tardo-barocco, venne benedetta il 26 ottobre 1741.
Nel 1744 veniva visitata dal vescovo, mons. Rovero, che scriveva: “Cappelletta sotto il titolo di Nostra Signora poco distante dal luogo, lì è una statua di marmo rappresentante N.S. è chiusa con vetro inanzi”.
Nel 1826 venne ancora accresciuta con abside e sacrestia e dotata di nuovo altare di marmo.
Nel 1864 furono costruite le due rampe d’accesso. Tra il 1877 e il 1879 furono apportate notevoli migliorie all’edificio: la casa del custode, i nuovi cancelli in ferro; venne posta una campana sul campanile a vela costruito per l’occasione.
L’attuale altare in marmo è del 1903. Nel 1924 il campese Cesare Peloso (1873-1955) decorò e affresco l’interno del piccolo santuario.
Un bel quadro, raffigurante san Giovanni Bosco, opera di Gio Batta Macciò jr., ricorda la celebrazione della Messa nella Cappelletta da parte di don Bosco, di passaggio per Campo durante il viaggio per Varazze ove inaugurò il Collegio salesiano.

(testo storico dal profilo Facebook del Comune di Campo Ligure)