aiuole brigate partigiane foceGenova – Fogli di plastica appoggiati sull’asfalto, pannelli di materiale plastico a fare da “base” e poi ancora plastica e infine il terriccio. Sono molti i genovesi che, passando per viale Brigata Partigiane alla Foce in questi giorni, storcono il naso guardando il cantiere nel quale vengono realizzate le nuove aiuole che dovrebbero, negli intenti dichiarati, riportare il viale all’antica bellezza.

Un intervento realizzato da tecnici specializzati che devono far fronte ai problemi che si verificano nelle “aiuole moderne”, con irrigazioni computerizzate e, soprattutto, con poco spazio per ospitare il terriccio.
Sotto le aiuole, infatti, resta lo spesso strato di cemento armato impermeabilizzato della copertura del Bisagno e probabilmente non sarà possibile creare uno spesso strato di terriccio.

Per questo motivo vengono studiati accorgimenti all’avanguardia che, però, non convincono i passanti.
Molti gli sguardi incuriositi, altrettanti i capannelli di persone che hanno qualche dubbio sulla possibilità che le nuove aiuole restituiscano l’antico splendore al viale e, soprattutto, che lo mantengano a lungo.

A tutti risponde oggi Aster, incaricata dei lavori, e sul suo profilo Facebook scrive:

“Aster sta realizzando le nuove aiuole di viale Brigate Partigiane con un sistema tecnologicamente avanzato “a tetto verde” che consentirà, oltre alla coltivazione di piante erbacee e arbustive, il controllo delle acque meteoriche e di irrigazione con una stratigrafia di substrato e drenaggio ad alte prestazioni in termini di deflusso, ritenzione idrica e fertilità”.

La scommessa è lanciata e tra qualche tempo si vedrà se gli interventi realizzati daranno i risultati annunciati o se, invece, avevano ragione gli operai comunali di un tempo che sostenevano che solo un adeguato strato di terriccio e cure costanti e adeguate possono mantenere in forma aiuole tanto grandi e tanto belle.

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