manifesto Monza Formula 1Monza – Una vera e propria tempesta di commenti politici e “artistici” si sta “combattendo” sui social dopo la pubblicazione del manifesto che pubblicizza il Gran Premio di Monza che si terrà a settembre nel celebre autodromo italiani.
Secondo alcuni il manifesto richiamerebbe “atmosfere fasciste” per il ricorso ad uno stile “futurista” e l’uso (o abuso) del tricolore.

Il primo a commentare negativamente il manifesto è stato proprio l’ex presidente di centro sinistra della Provincia di Monza, Roberto Invernizzi che ha ironizzato sotto l’immagine del manifesto sulla sua pagina Facebook.

«A chi il Gran Premio? A noi!» ha scritto il rappresentante del centro-sinistro, scatenando la reazione degli organizzatori dell’evento ma anche di parte del mondo politico di centro-destra.
Sul piatto l’accusa di richiami al periodo fascista per la realizzazione del manifesto, in chiaro stile futurista (e non per questo automaticamente fascista).
I tentativi di sminuire le polemiche, smentendo il richiamo “futurista” del manifesto, hanno scatenato ancor di più le reazioni da parte di chi, ovviamente, vi legge una chiara ispirazione.

E sempre bene precisare che il movimento artistico del Futurismo, pur essendosi sviluppato nel periodo pre e durante il fascismo, non ha mai avuto un automatico collegamento con il pensiero politico ed anzi, molti artisti del periodo avevano posizioni molto lontane per non dire antitetiche con ciò che avveniva nel Paese.
Alcune delle opere contro la guerra e l’interventismo fascista sono state realizzate proprio durante il periodo futurista e da celebri esponenti del movimento artistico.

Per decenni, invece, il Futurismo e i suoi esponenti, troppo vicini storicamente al periodo fascista, sono stati dimenticati e “cancellati” dalla storia dell’Arte solo per essere nati nello stesso lasso di tempo.
Il richiamo al Futirismo del manifesto del Gran Premio di Formula 1 di Monza è evidente ed innagabile ma non per questo si può parlare di apologia del Fascismo.

Il disegno raffigura infatti in primo piano una vettura di Formula uno rossa (richiamo alla Ferrari) e sullo sfondo si trova la Villa Reale e, ancora, la pattuglia acrobatica dell’Aeronautica militare delle Frecce tricolori che la sorvolano.
Forse “troppo patriottico” ma certamente non necessariamente “fascista”, per alcuni, un chiari riferimento a valori nazionalistici secondo altri.
Materia per discussione al Bar ma certamente non per gli studiosi di Storia dell’Arte.