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Genova – E’ stato un colpo di fucile caricato con un proiettile usato per la caccia al cinghiale ad uccidere Flavio Balladore, 58 anni, residente a Ceranesi ed a sua volta a caccia con il figlio.
A rivelarlo l’autopsia compiuta sul corpo senza vita per stabilire con certezza le cause del decesso e per raccogliere elementi utili alle indagini che vedono tre cacciatori indagati per omicidio colposo e per omissione di soccorso per essere fuggiti subito dopo essersi resi conto di aver colpito una persona.

Il proiettile, forse di tipo proibito e certamente non utilizzabile quel giorno perché non era in corso una regolare battuta di caccia al cinghiale, ha trapassato la vittima all’altezza dei polmoni ed ha provocato danni irreparabili.
L’uomo ferito ha però agonizzato a lungo ed è morto dissanguato tra le braccia del figlio che non ha potuto far nulla per salvarlo. Una tragedia nella tragedia resa ancora più assurda dal fatto che a provocarla sia stata una “passione” che vittima e carnefice avevano in comune.

I risultati dell’autopsia hanno gettato benzina sul fuoco delle polemiche perché il tipo di munizione usata può viaggiare centinaia di metri nel bosco se non incontra ostacoli e rende pericolosissime le battute di caccia al cinghiale in presenza di escursionisti o raccoglitori di funghi.
Essere colpiti da quel tipo di proiettile comporta il serio rischio di perdere la vita.
Per questo motivo le associazioni ambientaliste chiedono da anni che vengano proibite le battute di caccia nei giorni festivi ed in particolare il sabato e la domenica quando il numero delle persone che si avventura nei boschi per diversi motivi aumenta sensibilmente aumentando il rischio di incidenti mortali di caccia.

In particolare si richiede questo tipo di “chiusura” in questo periodo di coronavirus, con le passeggiate a mare chiuse e con i camminatori ancora più invogliati a percorrere sentieri montani e boschivi.
Proprio la natura “ludica” dell’attività venatoria dovrebbe far scattare automatica la decisione di limitarne l’attività nei giorni in cui è più alto il rischio di incidenti.