Camogli – Sono riprese questa mattina, nel tratto di mare antistante il cimitero crollato, le ricerche dei corpi precipitati in mare dopo il cedimento della scogliera.
Con il recupero di sei salme da parte dei subacquei del Consubin – gli esperti della Marina Militare sale a 32 il numero dei corpi recuperati ma il lavoro potrebbe essere solo all’inizio visto che il Comune di Camoglia avrebbe calcolato in oltre 220 le sepolture crollate ed oltre 300 il numero delle salme che potrebbero essere cadute sulla scogliera e nel mare sottostante.

Oggi dovrebbero essere concluse anche le operazioni di messa in sicurezza del tratto di scogliera che si trova sotto la parte del cimitero che è crollata. Condizione indispensabile per poter iniziare la fase più delicata dei recuperi, quella che deve essere fatta tra i detriti che si sono ammassati esattamente sotto il cimitero e nel tratto di mare più vicino al punto del crollo.

Le operazioni non potranno iniziare se non ci saranno garanzie sulla sicurezza del costone e per gli operatori che si dovranno avventurare in una zona potenzialmente a rischio di nuovi crolli.
Il recupero avverrà anche dal mare con un pontone galleggiante che si avvicinerà il più possibile alla riva, consentendo lavori più rapidi e in sicurezza.

Intanto prosegue l’indagine della magistratura sul crollo. Sotto esame tutta la documentazione relativa al cimitero ed alle segnalazioni che, secondo i residenti di Camogli, sarebbero state presentate nel corso degli anni, proprio per le condizioni del tratto di cimitero che è poi franato in mare.
Segnalazioni che, secondo i familiari, non sarebbero state prese nella giusta considerazione.
Sotto analisi anche i lavori più volte eseguiti nel cimitero e le verifiche fatte da diversi professionisti sulle condizioni della struttura.