Palazzo Tursi

Genova – E’ durissimo lo scontro, in Comune, sulla decisione di costituirsi parte civile contro Autostrade per l’Italia nel processo sul crollo del Ponte Morandi che ha provocato 43 vittime il 14 agosto 2018.
L’opposizione continua a chiedere a gran voce che il Comune si costituisca in giudizio per poter ottenere i risarcimenti e le indennità che un eventuale riconoscimento di colpevoleszza garantirebbe mentre Sindaco e Giunta “temporeggiano”.
Nelle scorse ore la richiesta, dei partiti di minoranza, di dedicare una seduta monotematica del consiglio comunale ad approfondire la questione ed esaminare le motivazioni che spingono Sindaco, Giunta e Maggioranza a non essersi ancora costituiti parte civile nel processo che vede imputati i vertici di Autostrade per l’Italia, i tecnici addetti alla sorveglianza del Ponte Morandi e naturalmente la concessionaria stessa del tratto di autostradale.
In caso di condanna, infatti, il Comune di Genova verrebbe risarcito delle spese sostenute per l’emergenza e potrebbe richiedere gli indennizzi previsti per legge.
Una richiesta, quella di costituirsi parte civile nel processo, sostenuta anche da chi pensa che sia anche un modo per schierarsi dalla parte delle vittime che hanno perso la vita quel tragico 14 agosto.
Ieri la risposta del Presidende del Consiglio comunale Federico Bertorello che, in una nota, fa sapere che non ci sarebbe “nessuna violazione delle regole democratiche, ma solo strumentalizzazione politica delle minoranze nella richiesta di un Consiglio comunale monotematico perché il Comune di Genova si costituisca parte civile nel processo sul Ponte Morandi”.

Secondo Bertorello, infatti, “il documento allegato alla richiesta della convocazione straordinaria del Consiglio comunale, come sottolineato anche dal Segretario generale, è inammissibile. Non c’è stata alcuna presa di posizione della maggioranza: ho deciso di attenermi all’interpretazione data dal parere tecnico che stabilisce infatti che non si può vincolare l’Ente, tramite un voto in Consiglio, a un comportamento processuale senza che ci siano noti tutti i presupposti giuridici e fattuali”.