Savona – Oltre 800 chili di attrezzatura sono stati recuperati dalla Guardia Costiera di Savona nell’ambito dell’operazione Reti Fantasma 2021.

L’attività, che si è svolta tra l’11 e il 15 ottobre, si è concentrata nei territori di Noli, Borgio Verezzi, Loano e Albenga.

I sommozzatori della Guardia Costiera, con l’ausilio dei centri diving della zona e del ceto peschereccio locale, hanno riportato in superficie 800 chili di reti finite sui fondali, a una profondità compresa tra i 22 e i 40 metri, recuperando quasi 300 metri lineari di reti.

Le reti da pesca sono responsabili dell’alterazione dell’ecosistema marino. Degradandosi con l’acqua di mare, infatti, disperdono nell’acqua le micro-particelle sintetiche che le compongono.

In più, sono un pericolo per i pesci che rimangono intrappolati, così come costituiscono un pericolo per i sub.

L’operazione per il 2021 è partita a maggio con una raccolta di informazioni preliminari attraverso i comandi territoriali di Savona e ha visto la collaborazione delle categorie operanti sul mare e delle associazioni ambientaliste andando a creare una mappatura generale circa la presenza di reti.

Quest’anno è stata data particolare attenzione anche alla tutela del patrimonio archeologico sommerso, in modo particolare davanti alla città di Albenga, dove, proprio sul relitto della nave romana “Albenga A” è stato recuperato un intero sacco di una rete da pesca a strascico intrappolato sui massi dissuasori da poco installati a protezione del reperto.

Il personale della Guardia Costiera ha avviato le operazioni riuscendo a riportare a galla l’interno sacco grazie all’impiego di palloni subacquei di sollevamento.

Le reti e altri rifiuti rimossi sia dal relitto della nave romana di Albenga che da altri siti di Noli, Borgio Verezzi e Albenga, sarà smaltito nei prossimi giorni e secondo le normative in vigore.

Francesco Cimmino, Capitano di Vascello e Capo del Compartimentò Marittimo di Savona, ha dichiarato: “A conclusione di questa importante attività che ci ha visto coinvolti in questi giorni, intendo ringraziare tutti coloro i quali hanno contribuito, con il loro operato, alla rimozione di questo spietato killer per l’ambiente marino. Le attrezzature da pesca abbandonate, perse o dismesse, rappresentano una minaccia per la fauna marina. Anche gli animali di grossa taglia come delfini e cetacei, tartarughe e altri mammiferi marini, infatti, vi rimangono spesso impigliati e se pensiamo che il nostro litorale è completamente immerso nel santuario dei cetacei PELAGOS, operazioni come quelle dei questi giorni assumono un’importanza ancora maggiore”.

Gli fa eco il Tenente di Vascello Corrado Pisani, Capo del Circondario Marittimo di Loano-Albenga: “La rimozione di queste reti consente di valorizzare ancor di più il patrimonio ambientale, naturalistico e archeologico del nostro territorio. Sono particolarmente soddisfatto per l’attività condotta presso i siti archeologici, che hanno forti potenzialità attrattive per le immersioni ricreative e che rivestono un ruolo importante nell’economia del territorio, anche grazie all’impegno messo in campo da tutti i centri diving della zona, che quotidianamente da questa importante risorsa traggono sostentamento. Deturpare con la pesca illegale un sito di così grande importanza, non solo dal punto di vista archeologico ma anche biologico per la vastità di specie ittiche che lo popolano, arreca un danno non solo all’ambiente marino ma anche all’economia del territorio.