Genova – Ai giardini di Quinto c’è qualcuno che si diverte a lanciare le scarpe da ginnastica, legate tra loro con i lacci, cercando di farle rimanere appese ai cavi sospesi. La segnalazione circola sui social, accompagnata dalle interpretazioni più fantasiose e preoccupanti, prese un pò a casaccio dal web. C’è chi parla di “segnale per lo spaccio”, chi di rivendicazioni del territorio per le baby gang e chi scomoda addirittura ancor meno credibili teorie circa la possibilità che si tratti di segnali per “i ladri” e l’indicazione di una zona “ricca” dove le case garantiscono bottini importanti.
Cercando sul web e sull’ormai immancabile Wikipedia, però, spunta il riferimento ad una “moda” importata dagli Stati Uniti: lo shoefiti
Si tratterebbe insomma di una sorta di “gioco artistico” che viaggia sulle ali del “tam tam” di Internet come l’usanza di attaccare lucchetti con le iniziali degli innamorati nei luoghi più romantici ereditata da un noto libro diffuso tra i ragazzi.
Lo shoefiti (dall’unione della parola shoe-scarpa e fiti abbreviazione di graffiti) sarebbe invece un modo per “decorare” il panorama con segnali molto personali.
C’è chi fa risalire l’usanza ad antichi rituali da “fine scuola”, chi all’ambiente militare per quando si termina il periodo di naja e chi ancora alla noia e alla voglia di una “bravata che lascia il segno”.
Fatto sta che anche a Quinto, da qualche tempo, hanno fatto la loro comparsa le prime scarpe appese ed è probabile che il fenomeno attecchisca – come tutte le idee strampalate di cui si parla sul web – e che presto si diffonderà anche in altre zone della città.
Al momento non creano problemi ma c’è chi ricorda i danni causati dall’altrettanto assurda moda dei “lucchetti” che costringe alcune amministrazioni di grandi città a spese continue per rimuovere i lucchetti o per riparare i cedimenti causati dal forte aumento di peso su strutture a volte delicate e magari “storiche”.