Azzurra CampariImperia – Sarà l’autopsia a chiarire le cause del decesso di Azzurra Campari, la ragazza di 28 anni originaria di Riva Ligure, nell’imperiese, trovata morta, impiccata, nel carcere delle Vallette di Torino, dove era stata trasferita dal carcere femminile di Pontedecimo. Le indagini intendono chiarire le circostanze del presunto suicidio ma anche come mai la donna, in isolamento, non fosse sorvegliata avendo manifestato evidenti segni di sofferenza psicologica ed essendo probabilmente in crisi da astinenza per la sua tossicodipendenza.
Indagini ordinate anche dalla Procura e dal Ministero che intende fare chiarezza anche sulla morte, poche ore prima di quella della ragazza ligure, di una donna di 43 anni che protestava con lo sciopero della fame e della sete per poter vedere il proprio figlio di appena tre anni.
La donna da giorni non mangiava e non beveva ma della vicenda sembra non aver suscitato l’attenzione che invece meritava una situazione tanto complessa e delicata.
Due decessi, a poche ore di distanza, che tornano a evidenziare la disastrosa condizione delle carceri italiane, con detenuti, come Azzurra Campari, in cella per reati minori e con condanne che potrebbero tranquillamente essere scontate agli arresti domiciliari e con i famigerati “braccialetti elettronici” di cui si parla da anni e che ancora arrivano con il contagocce nei luoghi di detenzione pur essendo una alternativa valida e poco costosa alla costruzione di nuove carceri.
Negli istituti di pena sono rinchiusi oltre il doppio delle persone che sarebbero consentite e con gravissime carenze di personale di sorveglianza secondo quanto denunciato dai sindacati della polizia penitenziaria. Condizioni di assoluto degrado che, certamente, non aiutano a ri-educare le persone che scontano le pene e dovranno poi tornare libere con il rischio di altri reati ed altre condanne.