Lupo Torriglia mortoSassello (Savona) – Mentre proseguono le indagini sull’uccisione, a fucilate, vicino alle case, di un Lupo, le associazioni ambientaliste ricordano che non ci sono aggressioni di Lupi accertate e denunciano la volontà di qualcuno di creare psicosi e allarmismo, anche attraverso la diffusione di fake news, per spaventare la popolazione e far “accettare” provvedimenti di abbattimenti e riduzione di animali che non costituiscono alcun pericolo per gli umani ma che sono invece “in competizione” con i Cacciatori per la predazione di cinghiali, caprioli e daini che affollano i boschi della Liguria.
I carabinieri di Sassello indagano sull’uccisione del Lupo, razza protetta, e pare che l’esemplare avesse un radio collare che ne indicherebbe l’appartenenza ad un gruppo monitorato per motivi scientifici.
L’animale avrebbe predato un capriolo nei giorni scorsi ed era tornato per finire il pasto o attratto dall’odore della carcassa.
Nessuna volontà di attaccare gli umani e quindi la persona che ha sparato dovrà spiegare la motivazione di un gesto grave e inutile visto che, se intimorito, poteva tranquillamente sparare un colpo in aria.
Gli ambientalisti ricordano anche il caso del contadino di Vado Ligure, che qualche mese fa di fronte ad un lupo che secondo lui lo stava per attaccare, mentre forse reagiva al suo cane, lo ha fatto fuggire agitando una motosega e quello dell’allevatore di Ossuccio (Como) denunciato per procurato allarme per le false affermazioni di essere stato aggredito da tre lupi.
Una campagna di odio e allarmismo che, secondo gli ambientalisti, sarebbe voluta e organizzata visto che non ci sono segnali reali di allarme.
I Lupi vengono avvistati sempre più spesso mano a mano che riconquistano territori dai quali erano stati fatti sparire a fucilate. Gli incontri sono casuali e ancora rari e sempre senza alcun segno di attacco o di aggressività da parte del predatore dei boschi che, in genere, fugge appena possibile.
Diverso il discorso per quanto riguarda le “predazioni” di animali allevati come capre e pecore e la comprensibile “rabbia” di chi perde una fonte di reddito. Le verifiche accertano in larga parte la responsabilità di altri animali, in primis cani inselvatichiti, ma le uccisioni da parte dei Lupi vengono risarcite.
Probabilmente le somme offerte sono insufficienti o non tengono conto del reale valore della perdita ma questo dovrebbe innescare richieste per un equo risarcimento o investimenti pubblici per ridurre il possibile pericolo anche per agevolare la convivenza e la protezione dei Lupi. Di certo non un buon motivo per autorizzare abbattimenti o avvelenamenti – come avvenuto – e la diffusione di timori e paure non giustificate.

(foto di Archivio)