Ricoveri in costante aumento in Liguria a causa del Covid ma la campagna vaccinale, complice la difficoltà a prenotare i trattamenti, non decolla ed anzi fa registrare una nuova flessione.
Non sono incoraggianti i dati che arrivano dagli ospedali della Liguria dove il coronavirus torna, seppur con minore gravità, a diffondersi tra la popolazione più anziana.
Si calcola infatti che quasi un quinto dei ricoveri sia collegato direttamente con l’infezione da covid ma il numero dei vaccinati resta a livelli gravemente insufficienti per ostacolare la diffusione del virus.
Un’impennata dei ricoveri – sempre ben lontani dai periodi neri della pandemia – a cui però non corrisponde l’aumento dei vaccinati che in Liguria sono pochi soprattutto in quelle fasce di età dove invece dovrebbe essere più diffusa: over 70 e over 80.
Qualche “spiegazione”, oltre all’evidente ritrosia diffusa da movimenti non vax che continuano a fare disinformazione soprattutto sui social, arriva da chi prova a prenotare in questi giorni la vaccinazione per i propri familiari.
I centri (hub) vaccinali sono chiusi, le strutture centralizzate sono ridotte al lumicino e resta per lo più la strada della vaccinazione in Farmacia dove, però, le prenotazioni sono sempre più difficili e sono attualmente tra i 14 e i 20 giorni di attesa (a Genova).
Certamente in molti si sono “svegliati” tardi, a ridosso delle Festività natalizie e in pieno “boom” di contagi ma è evidente la differenza rispetto al passato, con imponenti campagne di vaccinazione (e di Informazione) e centri (hub) diffusi sul territorio ed in grado di effettuare volumi quotidiani ben più impegnativi di vaccinazioni.
A questo va aggiunto, però, il crollo dei test effettuati e che non rileva più, con la dovuta precisione, la diffusione del virus.
Chi si ammala e avverte i sintomi della febbre e dell’influenza, difficilmente pensa al covid ed ancor più difficilmente avverte la necessità di verificare l’identità del virus.
In questo modo mancano i comportamenti responsabili (fermo dal lavoro, auto isolamento, etc) che prima rallentavano almeno in parte la diffusione del virus.
Virus che abbiamo imparato a combattere e che sembra meno “cattivo” ma che potrebbe mandare in tilt gli ospedali anche in presenza di casi non gravi.
Il numero di posti letto per migliaia di abitanti, infatti, è tra i più bassi d’Europa e certamente al di sotto degli standard europei.